Quasi tutti, prima o poi, sperimentano dolore al collo. Può comparire all’improvviso dopo una notte agitata, una giornata stressante o troppe ore davanti al computer o sullo smartphone.
Le stime più recenti indicano che affligge il 30-50% della popolazione generale ogni anno. Inoltre il 10-20% della popolazione soffre di un dolore che dura più di 3 mesi (cronico) e che costituisce un’importante fonte di disabilità (IASP, 2013).
L’11-14% della popolazione che lavora riporta ogni anno delle limitazioni nella propria attività a causa di dolore cervicale. La prevalenza raggiunge il picco nell’età intermedia e le donne sono più affette degli uomini.
Anche in Italia la tendenza è in crescita: oltre ai lavoratori sedentari, sono sempre più numerosi gli studenti, soprattutto universitari, che lamentano dolore al collo legato a posture mantenute a lungo, studio prolungato, utilizzo intenso dei dispositivi elettronici e livelli elevati di stress.
Non sorprende, quindi, che la cervicalgia sia oggi una delle condizioni muscoloscheletriche più diffuse e ricorrenti, capace di influenzare in modo significativo le attività quotidiane e la qualità della vita.
Può essere di breve durata (acuto), durare qualche settimana (subacuto) o protrarsi oltre i tre mesi (cronico).
Tra le cause tensione e contrattura muscolare, postura scorretta mantenuta a lungo (pensate alle ore davanti al computer o al telefono con il capo chino), lavori ripetitivi, fattori psicosociali come stress o scarso supporto sul posto di lavoro, fumo e obesità. Spesso, però, non si riesce a individuare una singola struttura — disco, legamento o articolazione — come unico “colpevole”: il dolore nasce da una combinazione di fattori e dall’interazione tra muscoli, articolazioni e sistema nervoso.
I miti più diffusi sulla cervicalgia
Intorno alla cervicalgia circolano molte convinzioni errate. Ecco le più comuni, con quanto emerge realmente dalla ricerca:
- “Cervicale? Aspetta che poi passa”
Non è vero per tutti: molti episodi acuti migliorano entro poche settimane, ma è comune avere recidive o sintomi residui anche dopo mesi. In alcuni casi (per esempio dopo un colpo di frusta) il dolore tende a ripresentarsi o a persistere a lungo. - “Bastano i farmaci antinfiammatori (FANS) si sistema tutto”
I FANS possono dare sollievo temporaneo al dolore, ma non sono sempre la scelta migliore secondo gli ultimi dati scientifici: inoltre vanno usati con attenzione e dopo un consulto medico per i possibili effetti collaterali. - “Se ti fa male, fermo e non muovere il collo!”
Al contrario: l’immobilità prolungata tende ad aumentare rigidità e disabilità. Movimenti controllati e progressivi sono preferibili e favoriscono la guarigione. - “Uscire con i capelli bagnati provoca la cervicale”
Nella persona sana no! E’ un detto popolare. Certo può provocare fastidio in chi ha già una condizione cervicale sensibile a sbalzi di temperatura. - “Fai qualsiasi esercizio generico e guarisci”
Gli esercizi sono utili, ma quelli mirati (eseguiti o prescritti da un fisioterapista esperto nella gestione di questa patologia) e supervisionati danno risultati migliori rispetto a semplici esercizi generici fatti a casa senza indicazioni.
“Lo stretching risolve ogni cosa”
Lo stretching può dare sollievo, ma è solo momentaneo. È essenziale associare anche esercizi per i muscoli profondi del collo, programmi progressivi di resistenza, rinforzo di spalle e scapole e esercizi con bande elastiche.
Quali terapie funzionano davvero?
Le linee guida moderne raccomandano un approccio multimodale, che combini:
– informazione ed educazione,
– esercizio terapeutico mirato (preferibilmente supervisionato),
– terapia manuale quando indicata,
– modifiche delle attività quotidiane e della postura prolungata.
Una recente revisione sistematica e metanalisi (Chen et al., 2025) ha mostrato che i programmi multimodali — cioè quelli che combinano due o più trattamenti (per esempio esercizio + terapia manuale) — riducono significativamente il dolore e la disabilità rispetto a interventi singoli.
Gli effetti positivi includono:
– riduzione del dolore,
– diminuzione dell’indice di disabilità del collo,
– minore paura del movimento (chinesiofobia),
– aumento della soglia di dolore alla pressione nelle spalle.
“Dopo aver sfatato qualche mito – spiega la nostra fisioterapista Martina Poggio – mettiamo in fila altri punti. Stile di vita? Non è una postura scorretta che causa il dolore al collo, ma lo stare fermi o in posizioni scorrette per lungo tempo. Terapia manuale? Mobilizzazioni e manipolazioni possono essere utili, soprattutto se abbinate all’esercizio. Ci sono altre terapie che funzionano? Massaggi ed elettroterapie hanno un’efficacia più variabile: possono dare sollievo a breve termine ma non sono soluzioni adatta a tutti per lungo tempo. E i farmaci? Certamente utili per controllare il dolore, da usare però con giudizio: paracetamolo, FANS, miorilassanti o, in casi selezionati, altri analgesici prescritti dal medico. No all’uso prolungato di oppioidi”.
E se ho dolore al collo cosa posso fare? La nostra fisioterapista Martina Poggio mette in fila 7 pratici consigli
– Piccole pause se lavori al computer
– Muoviti: no a immobilizzazioni prolungate
– Attività fisica regolare: cammino, esercizi di resistenza leggera, rinforzo di spalle e tronco.
– Ergonomia: sistema la postazione, evita ore con il capo chino sul telefono.
– Caldo/freddo: utili ma solo temporaneamente.
– Consulta un medico se il dolore non passa, peggiora o compaiono formicolii, perdita di forza, febbre, dimagrimento o mal di testa intenso.
– Scegli un programma mirato se il dolore persiste: meglio se supervisionato da un fisioterapista.
“In ISICO ci occupiamo della cervicalgia con un approccio personalizzato e multimodale, perché stress, ansia, problemi lavorativi o isolamento possono contribuire al dolore e alla sua cronicizzazione. Dopo una valutazione specialistica, proponiamo esercizi mirati e supervisionati, educazione e strategie pratiche per la vita quotidiana e terapia manuale quando indicata – conclude Poggio – Il nostro obiettivo è aiutare ogni paziente a ritrovare movimento, ridurre il dolore e gestire in autonomia il problema”.
Bibliografia
1. Gross AR, Lee H, Ezzo J, Chacko N, Gelley G, Forget M, Morien A, Graham N, Santaguida PL, Rice M, Dixon C. Massage for neck pain. Cochrane Database Syst Rev. Version published: 28 Feb 2024. CD004871.pub5. doi:10.1002/14651858.CD004871.pub5
2. Gross A, Forget M, St George K, Fraser MMH, Graham N, Perry L, Burnie SJ, Goldsmith CH, Haines T, Brunarski D. Patient education for neck pain. Cochrane Database Syst Rev. Version published: 14 Mar 2012.
3. Chen L, Hu X, Zhou W, Shi Z, Ge Q, Ling Y, Li J, Xu T, Tong P, Jin M. Effects of multimodal interventions on patients with neck pain: a systematic review and metaanalysis. World Neurosurg. 2025;197:123927. doi:10.1016/j.wneu.2025.123927.


