Cifosi – Domande frequenti

In questo modo possiamo valutare precocemente la possibilità di sviluppo di deformità vertebrali in un periodo ad alto rischio, individuando fin da subito la presenza iniziale delle stesse. Perché la prevenzione è meglio della cura: identificare la deformità vertebrale a uno stadio precoce permette il miglior successo del trattamento conservativo con terapie meno aggressive.

Vai al nostro screening on line! https://screening.isico.it)

Assolutamente sì, ed è un rapido test per capire se si abbiamo di fronte un medico esperto di colonna: bisogna infatti sempre misurare le radiografie in caso di scoliosi.

Per saperne di più: Convenzione Humanitas EOS 

Tanti utilizzano tecniche a volte inutili, a volte addirittura dannose per i pazienti con scoliosi. Spesso queste tecniche si nascondono dietro grandi nomi, non di rado stranieri: da Mézières a Souchard, dalla Rieducazione Posturale Globale all'osteopatia, per giungere alla chiropratica, alle manipolazioni di diverso genere, al Sohier, al Klapp, ai vari byte, plantari su misura, spessori e cunei assurdi, ma anche i massaggi, le elettrostimolazioni e tutte le tecniche passive.

Alla base ci sono i principi dei maestri ispiratori e non le necessità della patologia e soprattutto del paziente, in questo modo si possono provocare dei grandi danni: in primo luogo ai pazienti e poi alla serietà di chi lavora bene anche con gli esercizi.

In letteratura ci sono numerosi lavori pubblicati che sostengono l'utilità degli esercizi. Di certo sappiamo che gli esercizi corretti, come quelli proposti da ISICO su rigorose basi scientifiche teoriche e secondo le attuali prove di efficacia in letteratura medica, sono sia una prevenzione quando la scoliosi è lieve sia un elemento essenziale per ottenere un risultato finale ottimale quando si indossa un corsetto.

Per saperne di più: Il libro - L’approccio di Isico

Certo, magari escludendo, nei casi più gravi, lo sport agonistico. Lo sport, anzi, viene considerato un elemento molto importante da affiancare alla pratica degli esercizi specifici per la scoliosi perché è il mezzo naturale per coltivare e migliorare le buone capacità neuromotorie del corpo in crescita dell’adolescente, perché rinforza le qualità fisiologiche di base della colonna vertebrale in difficoltà, perché riduce gli effetti collaterali del corsetto, quando è previsto il suo uso.

Inoltre, la pratica di un’attività fisica con il corsetto indossato (quando possibile) amplifica l’azione modellante delle sue spinte.

Isico utilizza corsetti correttivi bassi, che restano tranquillamente sotto la maglietta, purché un po’ morbida, e sono veramente ben tollerati e poco visibili. Con questi si può fare sport, ginnastica a scuola, si fa vita assolutamente normale. Anzi, non solo si può: si deve. Perché più ci si muove con il corsetto addosso migliori risultati si ottengono. Il corsetto non è un’armatura: è un trattamento impegnativo ma è un’ortesi esattamente come l’apparecchio per i denti, antiestetico (certamente più del corsetto per il tronco, ma è socialmente più accettato) e fastidioso, tuttavia utile. Il corsetto assicura un beneficio non solo estetico, ma è anche importante per l’età adulta in termini di minori dolori e problemi alla schiena.

La posizione seduta provoca nel bambino le stesse conseguenze, esaltate per intensità, che provoca negli adulti. La colonna vertebrale non è infatti progettata per restare a lungo in posizione seduta, cioè dal punto di vista della colonna piegata in avanti, con una inversione della normale curvatura che tutti abbiamo nella parte bassa della schiena (la lordosi).

Questo sviluppa “sofferenza” delle strutture, che necessitano di un sollievo tramite il cambio di posizione frequente, sia per non riportare dei piccoli danni sia per non andare incontro a una vera e propria “asfissia” da carenza di ossigenazione.

Il bambino si muove spesso nel tentativo di dare sollievo alle proprie strutture. Se la classe diventa irrequieta, l’insegnante dovrebbe far alzare tutti per due secondi, con un giro intorno alla sedia: i bambini dopo saranno più calmi perché la colonna avrà avuto un sollievo e più attenti perché si saranno distratti un po’. Inoltre, vietato far saltare l’intervallo o farlo in classe da seduti; infine, bisogna fare camminare i bambini almeno a ogni cambio dell’ora, meglio ancora ogni 30-40 minuti.

Queste dimensioni sono certamente adeguate dal punto di vista ergonomico. L’ergonomia moderna insegna però che non può esistere una sedia o un banco che da solo garantisca di evitare problemi. Tutti gli strumenti possono essere usati bene o male: se abbiamo la sedia più ergonomica, il banco meglio progettato e non sappiamo usarli correttamente, allora non risolveremo mai i problemi.

Bicicletta

Nel codice non c’è nulla di esplicito che riguardi la guida della bicicletta. L’unico articolo teoricamente applicabile dice che “i ciclisti devono avere libero l’uso delle braccia e delle mani e reggere il manubrio almeno con una mano; essi devono essere in grado in ogni momento di vedere liberamente davanti a sé, ai due lati e compiere con la massima libertà, prontezza e facilità le manovre necessarie”. Per quanto riguarda la pedalata, potrebbe esserci qualche problema se la posizione del manubrio rispetto alla sella obbliga a piegarsi a livello dell’anca molto più di 90°. In questo caso, è indispensabile modificare quanto basta l’altezza del manubrio (o la sua forma) e quella della sella, perché la pedalata sia libera.

 Motorino, scooter e moto

Secondo il codice della strada non c’è alcun problema per la guida di qualsiasi veicolo. Se mani e gambe sono utilizzabili si può guidare anche un’astronave.

Attenzione! In caso di incidente, l’assicurazione potrebbe creare dei problemi. Se guidate auto o moto, il consiglio è quello di sentire anche la propria assicurazione e se dovesse richiedere ulteriori specifiche in merito al corsetto che indossate, parlatene con il vostro medico.

Il primo motivo si basa su uno studio pubblicato di recente (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24859575) che dimostra che ci vogliono almeno due ore perchè la colonna vertebrale raggiunga la correzione desiderata dopo aver indossato il corsetto: la schiena non raggiunge la massima correzione appena indossato il corsetto, ma dopo almeno 2 ore. Quindi bisognerebbe sommare alle ore di libertà dal corsetto anche le ore necessarie per ritornare in correzione all'interno del corsetto. Con più pause, la terapia può risultare meno efficace, a parità di ore di indossamento.

Il secondo motivo è che ovviamente togliere il corsetto è un piacere (anche i più piccini imparano in un attimo!), rimetterlo molto meno, per cui spesso si tergiversa, indugiando sotto alla doccia, finendo una telefonata o tardando in giro con gli amici. Così le ore di libertà si dilatano senza rendersene conto. E se questo avviene più volte al giorno, sarà ancora più difficile rispettare le indicazioni del medico.

In realtà, la preoccupazione per le radiazioni delle radiografie sono decisamente eccessive. Una volta, agli albori della radiologia, le apparecchiature utilizzate erano veramente molto dannose, perché utilizzavano altissimi dosaggi di raggi x, e ci è voluto un po’ a comprenderne i rischi. Nel corso degli anni la tecnica è migliorata molto, e gli apparecchi di oggi non hanno niente a che vedere con quelli che si usavano nei decenni passati. Pensate che solo nell’ultimo decennio, con il passaggio dalle apparecchiature analogiche a quelle digitali, la riduzione dei raggi impiegata è stata del 15%. Inoltre, nessuno ci pensa ma noi viviamo costantemente immersi nelle radiazioni che arrivano dal sole, e che sono le stesse che vengono utilizzate in radiologia.

Inoltre per fare diagnosi di scoliosi è necessario incrociare i dati della visita con quelli della radiografia. La radiografia fornisce anche  indicazioni sulla prognosi, cioè sui rischi futuri legati alla scoliosi, in particolare il rischio di peggioramento, e serve a monitorare l’andamento della terapia.

Nella nostra esperienza e nei dati che abbiamo pubblicato non è affatto vero che quasi sempre la colonna torni storta come prima della terapia, tanto meno ancora più storta. Se si fanno le cose giuste il risultato è generalmente stabile, per lo meno nel medio termine.

I peggioramenti a fine terapia possono dipendere da vari fattori, che possono agire singolarmente o insieme:

- non sono stati fatti gli esercizi
- sono stati fatti esercizi sbagliati
- il corsetto è stato tolto troppo presto
- il corsetto è stato tolto troppo rapidamente

In uno studio che abbiamo pubblicato, abbiamo proprio dimostrato, per esempio, che chi fa gli esercizi giusti ha un risultato sostanzialmente stabile quando abbandona il corsetto, chi fa esercizi poco specifici ha un peggioramento di qualche grado, chi non fa gli esercizi in media peggiora di 5 gradi, a volte anche 10°. Questo a parità di qualità e dosaggio del corsetto.

La fase di abbandono del corsetto è cruciale. Oltre agli esercizi è fondamentale che l'abbandono sia estremamente graduale. La colonna deve abituarsi in maniera progressiva e graduale a stare senza corsetto, soprattutto quando la curva è molto seria.

Per finire, bisogna ricordare che quello che accade in età adulta dipende anche dal risultato finale: chi chiude la terapia sotto i 30° normalmente rimane stabile, chi chiude oltre i 50° tende generalmente a peggiorare gradualmente nel tempo, mentre tra i 30° e i 50° il rischio aumenta progressivamente all'aumentare della curva. Anche di questo bisogna quindi tenere conto.

E’ naturale che l'idea di cambiare il corsetto spaventi i ragazzi, ma è improbabile che si debbano affrontare nuovamente i fastidi avuti all'inizio della terapia. In realtà la situazione più frequente è che il corsetto nuovo risulti persino più "comodo", dato che quello smesso era diventato inadeguato perché corto e stretto. L'altro vantaggio è che, alla luce dell'esperienza già fatta, sarà più semplice capire subito quali sono le criticità del nuovo corsetto e fare richieste precise al tecnico ortopedico per far sì che il corsetto calzi al meglio. 

No assolutamente. Il cedimento vertebrale è una situazione patologica dove la vertebra cede e si schiaccia creando una frattura. La componente strutturale si indebolisce ed è come se il "muro" costituito dalla vertebra, troppo deprivata della sua componente di calcio, crolli su se stesso schiacciandosi. Il cedimento posturale invece è strettamente connesso alla colonna vertebrale. Si tratta di una situazione molto frequente, ogni qualvolta la muscolatura non è in grado di controllare la corretta postura. In questo caso la colonna non è in grado di far fronte attivamente alla forza di gravità e viene schiacciata dal proprio peso. Si dice che la schiena si lascia "andare": la forza dei muscoli non è sufficiente o non lavorano in maniera corretta con la conseguenza che la postura risulta rilasciata e la colonna tendenzialmente più flessa. La componente posturale di cedimento è una questione normale e naturale. Più il tronco è ben equilibrato meno si farà fatica a controllarla. La fisioterapia e la forza muscolare sono un'arma efficacissima per contrastarla. La cattiva postura alimenta il cedimento posturale.

Trovare un equilibrio tra il benessere psicologico dei propri figli e quello che è necessario fare per la loro salute non è sempre facile, soprattutto se gli specialisti a cui ci si rivolge si contraddicono tra loro, generando nei genitori confusione invece di fiducia. Il corsetto non è come l’apparecchio ortodontico o gli occhiali, è più ingombrante e soprattutto non è d’uso comune, cosa che ci porta ad essere più diffidenti nei suoi confronti. Per questo è importante cercare di rendere "normale" il più possibile il corsetto non solo con chi lo deve indossare, ma anche con gli amici, i compagni di classe e i familiari. Chi porta il corsetto non è qualcuno da compatire e i genitori che supportano i figli in questo percorso non sono degli aguzzini.

Normalizzare e socializzare il corsetto aiuta a ridurre la sensazione di sentirsi diversi e ad affrontare con maggiore serenità gli anni dell’adolescenza. Ricordiamoci però che la sensazione di sentirsi diversi è comune a tutti gli adolescenti, corsettatti e non! Non è il corsetto in sé a rovinare l’infanzia o l’adolescenza, ma è il modo in cui lo si vive che può costituire un problema. Questo però per fortuna si può modificare. A volte si riesce a farlo da soli, altre volte può essere utile confrontarsi con uno psicologo per trovare il supporto necessario a riposizionarsi rispetto alle difficoltà che ci si trova a dover affrontare.

Tra il turbinio di emozioni che si possono provare all’idea di dover indossare un corsetto, la tristezza è sicuramente una delle più frequenti. È normale sentirsi inizialmente tristi e avere paura, ma è necessario raccogliere tutte le forze (e i ragazzi ne hanno molte e anche inaspettate!) per reagire e affrontare quello che, solo in un primo momento, può sembrare un ostacolo insormontabile. È fondamentale avere in testa che il nemico contro cui combattere non è il corsetto ma la scoliosi, e che il corsetto da solo non è in grado di rovinare l’adolescenza, mentre possono farlo i limiti che creiamo dove in realtà non ci sono. Il corsetto non deve essere un motivo di vergogna, semmai di orgoglio perché ci chiama ad essere coraggiosi, e tanto più ci si mette alla prova nel superare le difficoltà, nonostante la paura, quanto più si cresce diventando forti e capaci di affrontare anche le asperità della vita.

Poiché di notte è impossibile controllare le posizioni che si assumono, il nostro consiglio è di dormire serenamente nelle posizioni che più vi sono comode: non esistono posizioni più o meno corrette. Verificate solo che la superficie su cui appoggia il materasso (solitamente doghe, rete o piano rigido) lo mantenga parallelo al suolo, che la parte centrale non ceda verso il basso, “imbarcandosi”.  Chi poi indossa il corsetto non deve neppure porsi il problema: la colonna vertebrale rimane in posizione corretta a prescindere dalle posizioni assunte.

Importante è mantenere uno stile di vita attivo, praticare sport e, se state seguendo un trattamento riabilitativo, impegnarsi con gli esercizi specifici fisioterapici e/o con il corsetto. L’ultimo consiglio? Passare meno tempo possibile sdraiati nel letto o sul divano, se non per riposare o godersi un film!