La tombola del mal di schiena

La tombola del mal di schiena

L’apprendimento delle nozioni di base di una patologia rappresenta uno strumento essenziale per la sua corretta gestione e per il controllo di ansie generate da false informazioni.

Il mal di schiena rientra di diritto tra le più importanti di queste condizioni di malessere. Il mal di schiena non è un semplice sintomo doloroso ma una vera e propria “sindrome”. Con questo termine si indica una serie di sintomi che sono interconnessi e che si alimentano a vicenda. Il dolore della colonna vertebrale, infatti, genera preoccupazioni create da concetti errati che instillano la paura di non guarire. Questa paura spinge a ridurre al minimo i movimenti per non causare altri ipotetici danni. Questa progressiva riduzione delle attività determina un sempre maggior disagio nel rapporto con l’ambiente familiare, lavorativo e di svago. Il risultato finale di questo processo è la cronicizzazione del sintomo.

Il primo passo cruciale per non essere inghiottiti da questo vortice è l’apprendimento delle informazioni corrette sulla patologia. Queste informazioni possono essere reperite con la lettura di documenti scientificamente affidabili.

IL BINGO DELLA LOMBALGIA

E’ stato elaborato un gioco educativo basato sul principio del Bingo, la Tombola, come viene comunemente chiamato nel nostro paese. Dalle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dagli articoli più importanti pubblicati in Letteratura Scientifica Internazionale sono state estratte 90 informazioni fondamentali, sul mal di schiena e sulla sua corretta gestione. I temi fondamentali sono state le notizie false che circolano su questa patologia, le indicazioni corrette per la valutazione e la sua diagnosi, le informazioni relative alle modalità di trattamento efficaci e le notizie essenziali sulla chirurgia. Le 90 informazioni fondamentali sono state associate a uno dei numeri della tombola. Il gioco consiste nell’estrarre i numeri e leggere la notizia ad esso correlato. Queste informazioni non devono essere trasmesse secondo un ordine logico perché sono autoconclusive. L’evidenza di queste informazioni può essere verificata grazie al riferimento bibliografico dell’articolo scientifico da cui è stato estrapolato. I partecipanti al gioco segnano su una classica cartella le uscite dei numeri ed ascoltano le informazioni che vengono a mano a mano descritte da chi gestisce le estrazioni. I partecipanti che vincono le classiche combinazioni: terno, quaterna, cinquina e tombola vengono premiati con trattamenti offerti dalla struttura che ha organizzato l’evento formativo.

PREMESSA

  • Il mal di schiena è una patologia molto comune che colpisce la maggior parte delle persone nel corso della loro vita. Nel 2020, circa una persona su 13 ha sofferto di mal di schiena, pari a circa 619 milioni di persone; questo rappresenta un aumento del 60% dei casi dal1990. Si prevede che fino al 2050, il numero di casi di lombalgia aumenterà del 36%, raggiungendo gli 843 milioni di persone, con il maggiore aumento previsto nei continenti di Africa e Asia, in gran parte dovuto alla crescita demografica e all’invecchiamento.
  • La lombalgia è attualmente la principale causa di disabilità in tutte le età e in entrambi i sessi. Le stime di prevalenza e disabilità sono costantemente più elevate nelle donne e negli anziani.
  • Il mal di schiena primario, cioè senza una causa chiaramente identificabile, viene classificato in acuto, sub cronico e cronico a seconda della durata del sintomo. Il dolore che dura meno di un mese è definito acuto, da uno a tre mesi sub cronico e dopo i tre mesi cronico.
  • Fino a due terzi delle persone che sperimentano un episodio di lombalgia acuta continuano a manifestare sintomi che persistono oltre i 12 mesi, spesso con un andamento fluttuante.  Nelle persone anziane la persistenza dei sintomi è maggiormente comune.
  • Le disabilità da mal di schiena rappresentano i più frequenti casi di disabilità e i costi sociali attribuiti alla lombalgia cronica superano quelli del cancro e del diabete messi insieme.
  • La lombalgia cronica è 2,5 volte più frequente nella popolazione attiva rispetto a quella non attiva. Ottimizzare la gestione clinica delle persone con lombalgia cronica è quindi una priorità sanitaria pubblica globale.

Il mal di schiena è tra le condizioni più comuni al mondo e, nonostante spesso si associ l'idea di "danno strutturale" come causa primaria, la maggior parte dei casi non è dovuta a lesioni gravi evidenziabili con esami strumentali come fratture vertebrali, ernie discali o compressioni nervose evidenti. Si parla frequentemente di "mal di schiena non specifico" per indicare questa vasta categoria di dolori che non hanno una chiara causa anatomica evidenziabile. Le cause possono includere affaticamento e tensione muscolare, infiammazioni lievi, alterazioni posturali o disfunzioni delle piccole articolazioni vertebrali o dei tessuti molli circostanti. Inoltre, fattori come stress, cattive abitudini posturali, sedentarietà e sovraccarichi fisici giocano un ruolo importante nell'insorgenza e nella perpetuazione del dolore. Questa comprensione è fondamentale perché evita l'errata percezione che ogni dolore debba portare necessariamente a procedure invasive o costose indagini diagnostiche, favorendo invece un approccio conservativo basato su esercizio, educazione, e modifica degli stili di vita, che hanno dimostrato benefici concreti nel miglioramento della qualità della vita e nella riduzione della disabilità associata al mal di schiena.
Riferimenti:
World Health Organization. Low back pain fact sheet no. 377. WHO; 2018.
Disponibile su: https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/low-back-pain

La percezione del dolore non è semplicemente una questione di entità o estensione del danno fisico alla colonna vertebrale. Il dolore è un'esperienza multidimensionale che coinvolge complessi processi neurologici, psicologici e sociali. Anche lesioni minime possono provocare dolore intenso, mentre danni anatomici significativi possono manifestarsi con sintomi lievi o assenti. Ciò è dovuto al modo in cui il sistema nervoso centrale elabora e modula i segnali nocicettivi provenienti dalla periferia; fattori come lo stato emotivo, la paura, l'ansia e le aspettative possono amplificare o attenuare il dolore percepito. Questa complessità rende importante non basare le scelte terapeutiche solo sulla quantità di dolore riferita dal paziente, ma adottare una valutazione globale che consideri anche fattori psicosociali. Inoltre, comprendere questa natura del dolore contribuisce a contrastare la paura del movimento e a promuovere interventi attivi, favorendo il recupero funzionale e psicologico.
Riferimenti:
Linton SJ, Wright A. A cognitive-behavioral approach to managing pain. Spine. 1998;23(6):701–707

Molti pazienti e anche alcuni professionisti ritengono che radiografie e TAC siano indispensabili per identificare la causa del mal di schiena, ma la realtà è più complessa. In numerosi studi, è emerso che alterazioni visibili in questi esami – come ernie del disco, degenerazioni o osteofiti – possono essere riscontrate anche in persone che non hanno alcun dolore. Ciò significa che tali esami, soprattutto se eseguiti precocemente e senza indicazioni specifiche, rischiano di generare sovradiagnosi, ansia e trattamenti non necessari o potenzialmente dannosi. Le linee guida cliniche internazionali suggeriscono quindi di limitare l'uso di queste indagini in assenza di "red flags" come infezioni, tumori, traumi gravi o deficit neurologici, privilegiando la valutazione clinica e l'approccio terapeutico conservativo iniziale. Saper comunicare questa evidenza ai pazienti è importante per evitare false aspettative e favorire una gestione più razionale ed efficace.
Riferimenti:
National Institute for Health and Care Excellence (NICE). Low back pain and sciatica in over 16s: assessment and management. NICE Guideline [NG59], 2016.
Disponibile su: https://www.nice.org.uk/guidance/ng59

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, evitare il movimento e rimanere immobili non favorisce la guarigione del mal di schiena, anzi può ostacolarla. Il movimento permette ai muscoli di mantenere forza e flessibilità, stimola la circolazione sanguigna e linfatica, e preserva la mobilità articolare, tutti fattori che contribuiscono al processo di guarigione. La totale inattività favorisce invece il decondizionamento muscolare, aumenta la rigidità e promuove fenomeni di sensibilizzazione del sistema nervoso, che aggravano e perpetuano il dolore. Numerose linee guida raccomandano quindi di favorire il mantenimento di un'attività fisica moderata, personalizzata e graduale. L'obiettivo è stimolare il recupero funzionale e prevenire la cronicizzazione, riducendo tempi di recupero e migliorando la qualità della vita.
Riferimenti:
Foster NE, Anema JR, Cherkin D, et al. Prevention and treatment of low back pain: evidence, challenges, and promising directions. Lancet. 2018;391(10137):2368-2383.

In passato, il riposo a letto veniva comunemente indicato come terapia primaria per il mal di schiena acuto, ma le evidenze scientifiche hanno ormai chiarito che un riposo prolungato (oltre uno o due giorni) è dannoso. Il riposo estensivo porta a atrofia muscolare, perdita di tono e forza, rigidità articolare e peggioramento della circolazione sanguigna locale. Questi effetti contribuiscono a prolungare la durata del dolore e accrescono il rischio di cronicizzazione. Le linee guida moderne raccomandano, invece, un riposo limitato e il ritorno precoce, graduale e personalizzato alle normali attività quotidiane e lavorative, accompagnato da misure terapeutiche più mirate come l'esercizio fisico terapeutico. Questa strategia favorisce la guarigione funzionale e riduce il rischio di disabilità persistente.
Riferimenti:
Chou R, Qaseem A, Snow V, et al. Diagnosis and treatment of low back pain: a joint clinical practice guideline from the American College of Physicians and the American Pain Society. Ann Intern Med. 2007;147(7):478-491

Il mal di schiena cronico è il risultato di una complessa interazione di fattori biologici, psicologici e sociali, non semplicemente da danni anatomici permanenti o irreparabili. In molti pazienti, il dolore cronico è associato a meccanismi di sensibilizzazione del sistema nervoso, fattori emotivi come ansia e depressione, e difficoltà sociali o lavorative. Questo paradigma biopsicosociale ha trasformato la gestione del dolore cronico, valorizzando interventi multidisciplinari che combinano terapia fisica, supporto psicologico ed educazione. Numerose evidenze indicano che anche senza risolvere completamente il danno fisico, è possibile ridurre il dolore e migliorare funzionalità e qualità di vita con approcci adeguati.
Riferimenti:
Vlaeyen JW, Linton SJ. Fear-avoidance and its consequences in chronic musculoskeletal pain: a state of the art. Pain. 2000;85(3):317-332.

Spesso si pensa che un mal di schiena persistente richieda necessariamente un intervento chirurgico, ma in realtà la maggior parte dei casi di dolore lombare, anche cronico, può essere gestita efficacemente con terapie conservative. L'indicazione alla chirurgia è riservata a situazioni ben definite, come compressioni nervose con deficit neurologici progressivi, instabilità vertebrale o patologie specifiche documentate. Numerosi studi, tra cui il famoso Spine Patient Outcomes Research Trial (SPORT), hanno dimostrato che per molti pazienti non vi siano vantaggi significativi a lungo termine della chirurgia rispetto al trattamento conservativo, e che gli interventi chirurgici devono essere selettivi e personalizzati.
Riferimenti:
Corp N, Mansell G, Stynes S, Wynne-Jones G, Morsø L, Hill JC, van der Windt DA. Evidence-based treatment recommendations for neck and low back pain across Europe: A systematic review of guidelines. Eur J Pain. 2021 Feb;25(2):275-295. doi: 10.1002/ejp.1679. Epub 2020 Nov 12.

Il danno alla schiena non è determinato esclusivamente dal peso sollevato, ma soprattutto dalla tecnica utilizzata e dalle condizioni fisiche della persona. Un corretto approccio biomeccanico prevede l'attivazione dei muscoli delle gambe e del core, mantenendo la colonna in posizione neutra durante il sollevamento. Al contrario, movimenti scorretti e sforzi ripetuti con tecnica errata aumentano il rischio di lesioni e mal di schiena. Programmi educativi per insegnare il sollevamento sicuro sono efficaci nella prevenzione di infortuni in ambito lavorativo e quotidiano.
Riferimenti:
Coenen, P., Gouttebarge, V., van der Burght, A. S. A. M., van Dieën, J. H., Frings Dresen, M. H. W., van der Beek, A. J., & Burdorf, A. (2014). The effect of lifting during work on low back pain: A health impact assessment based on a meta analysis. Occupational and Environmental Medicine, 71(12), 871–877.
https://doi.org/10.1136/oemed-2014-102346

La postura ideale non è una verità assoluta e universalmente valida. Il corpo umano è dinamico e necessita di frequenti cambiamenti posizionali per evitare stress prolungati su specifiche strutture. L'eccessiva concentrazione su una "postura perfetta" può indurre rigidità muscolare e ansia, peggiorando il dolore. Studi recenti sottolineano che la variabilità posturale e l'attività motoria sono più importanti per prevenire il mal di schiena rispetto a una postura statica immutabile. L'obiettivo terapeutico si sposta pertanto dal perseguire una postura "perfetta" verso la promozione del movimento regolare e della consapevolezza corporea.
Riferimenti:
Wernli K, O'Sullivan P, Smith A, Campbell A, Kent P. Movement, posture and low back pain. How do they relate? A replicated single-case design in 12 people with persistent, disabling low back pain. Eur J Pain. 2020 Oct;24(9):1831-1849.

Il dolore, soprattutto quando cronico, è un'esperienza complessa e reale che coinvolge una rete intricata di componenti biologiche, psicologiche e sociali, non necessariamente correlata a evidenze strutturali visibili. Spesso, le persone con dolore lombare cronico riportano sintomi severi non spiegabili da danni anatomici evidenti; ciò è dovuto a processi di modificazione della sensibilità nel sistema nervoso centrale, conosciuti come sensibilizzazione centrale. Inoltre, aspetti come ansia, paura e ambienti sociali negativi possono amplificare l'esperienza dolorosa e limitarne la gestione. Questo spiega perché un approccio solo biomeccanico è spesso insufficiente e perché la diagnosi negativa agli accertamenti strumentali non significa che il dolore non sia reale, ma richiede una gestione multidisciplinare e empatica. Riconoscere la realtà del dolore, anche in assenza di lesioni strutturali, è fondamentale per il successo della terapia e per evitare stigma.
Riferimenti:
Gatchel RJ, Peng YB, Peters ML, Fuchs PN, Turk DC. The biopsychosocial approach to chronic pain: scientific advances and future directions. Psychological Bulletin. 2007;133(4):581-624.

Sebbene i farmaci analgesici e antinfiammatori possano aiutare a controllare il dolore a breve termine, non rappresentano la soluzione unica o definitiva nella gestione del mal di schiena, specie cronico. L'uso esclusivo di farmaci può infatti portare a effetti collaterali significativi, incluso il rischio di dipendenza in caso di oppioidi, e non affronta i complessi fattori che mantengono il dolore nel tempo. La letteratura enfatizza un approccio integrato che comprenda esercizio terapeutico, educazione del paziente, terapia manuale e, quando necessario, interventi psicologici per modificare la percezione del dolore e migliorare la funzione fisica e la qualità di vita a lungo termine. I farmaci sono quindi un supporto temporaneo all'interno di un progetto complessivo più ampio.
Riferimenti:
Qaseem A, Wilt TJ, McLean RM, Forciea MA; Clinical Guidelines Committee of the American College of Physicians. Noninvasive treatments for acute, subacute, and chronic low back pain: a clinical practice guideline. Ann Intern Med. 2017;166(7):514-530. doi:10.7326/M16-2367

Il successo della fisioterapia non è direttamente correlato alla sua durata o alla frequenza eccessiva, ma piuttosto alla qualità, specificità e personalizzazione degli esercizi proposti, e alla partecipazione attiva del paziente. Studi hanno dimostrato che programmi di esercizio mirati e brevi possono migliorare la forza, la flessibilità e la funzione muscolo-scheletrica, alleviando il dolore e riducendo la disabilità. È preferibile concentrarsi su esercizi efficaci, adattati al singolo caso, piuttosto che su programmi prolungati e meno specifici che rischiano di ridurre il coinvolgimento del paziente. L'obiettivo è mettere il paziente nelle condizioni di autogestire la propria condizione nel tempo, mantenendo i risultati ottenuti ed evitando recidive.
Riferimenti:
Hayden JA, van Tulder MW, Malmivaara A, Koes BW. Exercise therapy for treatment of non-specific low back pain. Cochrane Database Syst Rev. 2005; (3): CD000335.

Il sovrappeso e l'obesità rappresentano fattori di rischio significativi per lo sviluppo e la cronicizzazione del mal di schiena. L'eccesso di peso corporeo aumenta il carico meccanico sulle strutture vertebrali, in particolare sui dischi intervertebrali e sulle faccette articolari, accelerandone il processo degenerativo. Inoltre, il tessuto adiposo produce sostanze pro-infiammatorie come le citochine che possono contribuire a uno stato infiammatorio sistemico, peggiorando la sensibilità al dolore. Studi epidemiologici suggeriscono che la perdita di peso può ridurre significativamente i sintomi dolorosi e migliorare la funzione locomotoria. Per questo motivo, la gestione del peso corporeo è una parte integrante della prevenzione e del trattamento del mal di schiena, supportata da interventi nutrizionali e di attività fisica.
Riferimenti:
Shiri R, Karppinen J, Leino-Arjas P, Solovieva S, Viikari-Juntura E. The association between obesity and low back pain: a meta-analysis. American Journal of Epidemiology. 2010;171(2):135-154.

Lo stretching può essere un valido componente di un programma di riabilitazione per il mal di schiena, contribuendo a migliorare la flessibilità dei muscoli e delle articolazioni della zona lombare e a ridurre la tensione muscolare. Tuttavia, non tutti gli esercizi di stretching sono ugualmente efficaci né appropriati per ogni paziente. In alcuni casi, stretching eccessivo o mal eseguito può aumentare l'irritazione delle strutture spinali o peggiorare il dolore. È quindi cruciale personalizzare l'approccio, integrando stretching con esercizi di rinforzo muscolare e mobilità articolare, per favorire un equilibrio funzionale ottimale. La letteratura evidenzia che solo in combinazione con altri tipi di esercizio, lo stretching contribuisce significativamente al miglioramento del quadro clinico.
Riferimenti:
Turci AM, Nogueira CG, Nogueira Carrer HC, Chaves TC. Self-administered stretching exercises are as effective as motor control exercises for people with chronic non-specific low back pain: a randomised trial. J Physiother. 2023 Apr;69(2):93-99. doi: 10.1016/j.jphys.2023.02.016. Epub 2023 Mar 21. PMID: 36958977.

L'avanzare dell'età è associato ad alcuni cambiamenti fisiologici nella colonna vertebrale, come la degenerazione dei dischi intervertebrali, la riduzione della massa ossea e la perdita di elasticità delle strutture legamentose. Tuttavia, questi cambiamenti non si traducono invariabilmente in dolore o disabilità. Numerosi studi indicano che molti anziani conducono una vita attiva senza dolore lombare significativo, grazie a buone abitudini di esercizio fisico, mantenimento di un peso sano e gestione dello stress. Pertanto, il mal di schiena non deve essere considerato come un destino ineluttabile legato all'invecchiamento, ma come un problema che può essere prevenuto o gestito efficacemente con stile di vita sano e interventi terapeutici appropriati.
Riferimenti:
de Souza IMB, Sakaguchi TF, Yuan SLK, Matsutani LA, do Espírito-Santo AS, Pereira CAB, Marques AP. Prevalence of low back pain in the elderly population: a systematic review. Clinics (Sao Paulo). 2019 Oct 28;74:e789. doi: 10.6061/clinics/2019/e789. PMID: 31664424; PMCID: PMC6807687.

L'idea diffusa che l'astensione dal lavoro o dalle normali attività quotidiane aiuti a guarire dal mal di schiena è invece contraria alle evidenze scientifiche. L'evitamento prolungato porta a disuso muscolare, rigidità articolare e uno stato di decondizionamento generale, che peggiorano la prognosi e aumentano il rischio di cronicizzazione del dolore. Al contrario, mantenere un livello adeguato di attività, anche con modifiche lavorative temporanee se necessario, supporta il recupero fisico e psicologico, favorisce l'autostima e contrasta gli effetti negativi dell'inattività. Il ritorno graduale al lavoro, con programmi di riabilitazione e supporto, è quindi una componente fondamentale della gestione del mal di schiena. Inoltre, il coinvolgimento attivo del paziente nella gestione del proprio dolore è associato a migliori esiti a lungo termine.
Riferimenti:
Kalski L, Völkel L, Häußler S, Wolfarth B. Efficacy of occupational rehabilitation in return to work for back pain: A systematic literature review. Work. 2024;78(1):29-43. doi: 10.3233/WOR-230277. PMID: 37781855.

La scelta del materasso giusto è un elemento importante nella gestione del mal di schiena, ma non esistono soluzioni universali. Materassi troppo rigidi possono causare punti di pressione e tensioni muscolari, provocando disagio e peggiorando il dolore. Al contrario, materassi troppo morbidi potrebbero non fornire il supporto necessario e favorire posture scorrette durante il sonno. Numerosi studi, tra cui trial controllati randomizzati, indicano che materassi di media rigidità sono spesso associati a un miglioramento del dolore lombare cronicizzato e a una maggior qualità del sonno. La scelta deve essere personalizzata, tenendo conto della postura, delle preferenze personali e di eventuali condizioni cliniche concomitanti. Anche l'altezza e la qualità del cuscino possono influenzare l'allineamento della colonna cervicale e quindi contribuire alla gestione del dolore.
Riferimenti:
Caggiari G, Talesa GR, Toro G, Jannelli E, Monteleone G, Puddu L. What type of mattress should be chosen to avoid back pain and improve sleep quality? Review of the literature. J Orthop Traumatol. 2021 Dec 8;22(1):51. doi: 10.1186/s10195-021-00616-5. PMID: 34878594; PMCID: PMC8655046.

Fattori psicologici come stress, ansia e depressione possono certamente influenzare la percezione del dolore, la reazione allo stesso e la capacità di affrontarlo. Tuttavia, il mal di schiena è generalmente il risultato di una combinazione di fattori biologici, meccanici, neurologici e psicosociali e non può essere attribuito esclusivamente a problemi emotivi. Lo stress può aumentare la tensione muscolare e modificare la soglia del dolore, contribuendo alla sua cronicizzazione, ma è solo una delle tante cause. La gestione efficace del mal di schiena necessita quindi di un approccio integrato e multidisciplinare che consideri sia gli aspetti fisici che quelli psicologici, fornendo supporto emotivo, educazione e trattamento fisico.
Riferimenti:
Linton SJ. A review of psychological risk factors in back and neck pain. Spine (Phila Pa 1976). 2000 May 1;25(9):1148-56. doi: 10.1097/00007632-200005010-00017. PMID: 10788861.

Molti individui tendono a sottovalutare il mal di schiena e a conviverci senza chiedere aiuto, pensando che possa risolversi da solo. Tuttavia, ignorare i sintomi, specialmente se persistenti o ricorrenti, può portare a un peggioramento progressivo del dolore, alla perdita di funzionalità e alla cronicizzazione. La mancata diagnosi e un trattamento non adeguato possono aumentare i tempi di recupero e la probabilità di sviluppare disabilità a lungo termine. Studi dimostrano che un intervento precoce, specialmente nei casi in cui il dolore interferisce con le attività quotidiane, migliora significativamente la prognosi e riduce l'impatto socio-economico del problema. L'educazione e la sensibilizzazione pubblica sull'importanza di una valutazione tempestiva sono fondamentali per prevenire l'aggravarsi della condizione.
Riferimenti:
Croft PR, Macfarlane GJ, Papageorgiou AC, Thomas E, Silman AJ. Outcome of low back pain in general practice: a prospective study. BMJ. 1998 May 2;316(7141):1356-9. doi: 10.1136/bmj.316.7141.1356. PMID: 9563990; PMCID: PMC28536.

Le iniezioni di corticosteroidi, spesso somministrate per via epidurale o per infiltrazioni locali, sono utilizzate per ridurre l'infiammazione e il dolore nelle condizioni di radiculopatia o infiammazione locale. Tuttavia, il loro effetto è generalmente temporaneo e non rappresenta una cura definitiva per il mal di schiena. Inoltre, la somministrazione ripetuta può comportare effetti collaterali significativi come indebolimento dei tessuti, infezioni o alterazioni metaboliche. Gli studi clinici mostrano che l'efficacia delle iniezioni varia e spesso non supera nel lungo termine quella di altri trattamenti conservativi. Pertanto, le infiltrazioni dovrebbero essere considerate come parte di un percorso terapeutico integrato e solo in specifiche indicazioni cliniche.
Riferimenti:
Oliveira CB, Maher CG, Ferreira ML, Hancock MJ, Oliveira VC, McLachlan AJ, Koes BW, Ferreira PH, Cohen SP, Pinto RZ. Epidural corticosteroid injections for lumbosacral radicular pain. Cochrane Database Syst Rev. 2020 Apr 9;4(4):CD013577. doi: 10.1002/14651858.CD013577. PMID: 32271952; PMCID: PMC7145384.

Sebbene i farmaci analgesici e antinfiammatori possano offrire un beneficio immediato nel controllo del dolore acuto, essi non rappresentano la soluzione completa o l'unico approccio efficace per la gestione del mal di schiena. L'uso esclusivo di farmaci, specialmente se prolungato, può comportare effetti collaterali, tolleranza e dipendenza, senza affrontare le cause di fondo. Gli interventi più efficaci sono multidimensionali e comprendono esercizio terapeutico, educazione sul dolore, modifiche dello stile di vita e, se necessario, supporto psicologico. Questi approcci migliorano la funzione fisica e riducono la disabilità, portando a risultati più duraturi rispetto all'uso isolato di farmaci.
Riferimenti:
Qaseem A, Wilt TJ, McLean RM, Forciea MA; American College of Physicians Clinical Guidelines Committee. Noninvasive treatments for acute, subacute, and chronic low back pain: a clinical practice guideline. Ann Intern Med. 2017;166(7):514–530. doi:10.7326/M16-2367

Una concezione errata molto diffusa è che la fisioterapia debba essere protratta per lunghi periodi, spesso anni, per essere efficace. In realtà, l'efficacia della fisioterapia per il mal di schiena dipende dalla qualità, personalizzazione e adesione agli esercizi più che dalla durata totale del trattamento. Numerosi studi indicano che programmi di fisioterapia brevi, ben strutturati e adattati alle specifiche esigenze del paziente possono portare a miglioramenti significativi in termini di dolore, mobilità e qualità della vita. È importante che i pazienti imparino a gestire autonomamente il proprio problema muscoloscheletrico, continuando gli esercizi anche dopo la conclusione del percorso fisioterapico, per mantenere i risultati ottenuti e prevenire recidive. Il ruolo del fisioterapista è anche quello di educare il paziente su posture, ergonomia e attività fisica adeguata.
Riferimenti:
Hayden JA, van Tulder MW, Malmivaara A, Koes BW. Exercise therapy for treatment of non-specific low back pain. Cochrane Database Syst Rev. 2005;(3):CD000335. doi:10.1002/14651858.CD000335.pub2

La corsa migliora l'intensità del dolore, la disabilità e il catastrofismo del dolore tra gli adulti con lombalgia cronica aspecifica . Considerato i risultati di diversi studi pubblicati, un programma di running individualizzato dovrebbe essere considerato una forma di attività fisica adatta per gli adulti con lombalgia cronica.
Riferimenti:
Neason C, et al. Running is acceptable and efficacious in adults with non-specific chronic low back pain: the ASTEROID randomised controlled trial. Br J Sports Med. 2025 Jan 2;59(2):99-108. doi: 10.1136/bjsports-2024-108245. PMID: 39375007.

Oltre agli esercizi di rinforzo e stretching, l'attività aerobica come camminare, nuotare o andare in bicicletta migliora la circolazione, riduce lo stress e favorisce l'ossigenazione dei tessuti spinali, contribuendo alla riduzione del dolore e al miglioramento della funzionalità. Inoltre, l'esercizio aerobico influenza positivamente la salute mentale, importante nel controllo del dolore cronico.
Riferimenti:
Shnayderman I, Katz-Leurer M. An aerobic walking programme versus muscle strengthening programme for chronic low back pain: a randomized controlled trial. Clin Rehabil. 2013 Mar;27(3):207-14. doi: 10.1177/0269215512453353. Epub 2012 Jul 31. PMID: 22850802.

La mancanza di sonno sufficiente compromette i processi di rigenerazione cellulare e favorisce l'infiammazione sistemica. Inoltre, altera i circuiti di modulazione del dolore nel sistema nervoso centrale, incrementando la percezione dolorosa. Garantire un sonno di qualità, con durate adeguate, è essenziale per la prevenzione e la gestione efficace del mal di schiena.
Riferimenti:
Finan PH, Goodin BR, Smith MT. The association of sleep and pain: an update and a path forward. J Pain. 2013 Dec;14(12):1539-52. doi: 10.1016/j.jpain.2013.08.007. PMID: 24290442; PMCID: PMC4046588.

Il grasso addominale aumenta la lordosi lombare e modifica il baricentro corporeo, comportando uno stress maggiore sulla colonna. Questo, unito agli effetti sistemici pro-infiammatori del tessuto adiposo viscerale, aumenta il rischio e la gravità del mal di schiena rispetto a un sovrappeso distribuito in modo meno centrale.
Riferimenti:
Shiri R et al. Risk Factors for Low Back Pain: A Population‐Based Longitudinal Study Arthritis Care & Researc January 2019 DOI 10.1002/acr23710

Lo stress cronico attiva risposte neuroendocrine che possono aumentare la tensione muscolare, l'infiammazione e la sensibilità al dolore. Pazienti con livelli elevati di stress riportano spesso dolore più intenso e maggiore disabilità funzionale. Tecniche di gestione dello stress, come il training autogeno o la mindfulness, possono ridurre questi effetti negativi integrandosi efficacemente nel percorso terapeutico.
Riferimenti:
Clauw DJ. Fibromyalgia: a clinical review. JAMA. 2014;311(15):1547-1555.

Oltre a essere parte integrante della terapia, l'attività fisica regolare rafforza i muscoli della schiena e del core, migliora la postura e la propriocezione, e aiuta a mantenere un peso salutare. Questi effetti sono protettivi e riducono il rischio di insorgenza e recidive del mal di schiena. L'inattività fisica, al contrario, è uno dei principali fattori di rischio.
Riferimenti:
Shnayderman I, Katz-Leurer M. Aerobic walking versus muscle strengthening for chronic low back pain: randomized trial. Clin Rehabil. 2013;27(3):207-214.

Al contrario, l'attività fisica controllata e personalizzata è uno degli strumenti più efficaci per la gestione del mal di schiena, anche nelle fasi acute. Evitare completamente il movimento può peggiorare la condizione fisica e aumentare la cronicizzazione del dolore. Gli esercizi migliorano la circolazione, la mobilità e la forza muscolare, contribuendo a ridurre il dolore e a prevenire ricadute. Ovviamente, la scelta degli esercizi e la loro intensità devono essere adeguati e supervisionati.
Riferimenti:
Foster NE, Anema JR, Cherkin D, et al. Prevention and treatment of low back pain: evidence, challenges, and promising directions. Lancet. 2018;391(10137):2368-2383.

Ricerche emergenti suggeriscono che il microbiota intestinale (l'insieme di tutti i singoli microrganismi -dai batteri, ai funghi, ai protozoi fino ai virus- che convivono con il nostro organismo senza danneggiarlo - 100 trilioni di microrganismi) può avere un ruolo nell'infiammazione sistemica e nella modulazione del dolore. Alterazioni della flora intestinale potrebbero contribuire allo stato infiammatorio e alla sensibilizzazione nervosa, influenzando così il dolore lombare. Sebbene sia un campo di studio ancora in sviluppo, apre prospettive future su trattamenti che includano la modulazione del microbioma come terapia adiuvante.
Riferimenti:
Lozupone CA, Stombaugh JI, Gordon JI, Jansson JK, Knight R. Diversity, stability and resilience of the human gut microbiota. Nature. 2012 Sep 13;489(7415):220-230. doi:10.1038/nature11550

Le linee guida internazionali raccomandano di evitare esami radiografici precoci nel mal di schiena senza segni di allarme ("red flags") come febbre, perdita di peso ingiustificata, traumi importanti o deficit neurologici. Radiografie effettuate prematuramente spesso non migliorano la gestione clinica e possono indurre ansia e interventi non necessari. Inoltre, l'esposizione alle radiazioni è da minimizzare, soprattutto senza indicazioni precise. La maggior parte dei dolori lombari acuti si risolve spontaneamente entro poche settimane con un trattamento conservativo basato su attività fisica e gestione del dolore.
Riferimenti:
National Institute for Health and Care Excellence (NICE). Low back pain and sciatica in over 16s: assessment and management. Guideline NG59, Nov 2016.
https://www.nice.org.uk/guidance/ng59

La risonanza magnetica consente di identificare patologie della colonna e dei tessuti molli, come ernie discali e stenosi canalare. Tuttavia, la RM non è indicata come esame di prima istanza in mal di schiena non complicato perché spesso evidenzia anomalie presenti anche in soggetti asintomatici. La sua indicazione è riservata a pazienti con sintomi neurologici significativi, come formicolii, deficit motori progressivi o incontinenza. L'uso appropriato della RM evita sovradiagnosi e interventi non necessari, favorendo invece una gestione clinica basata sui segni e sintomi.
Riferimenti:
Chou R, Qaseem A, Snow V, et al. Diagnosis and treatment of low back pain: a joint clinical practice guideline. Ann Intern Med. 2007;147(7):478-491.

La tomografia computerizzata è particolarmente indicata per lo studio dettagliato delle ossa e in situazioni in cui la RM non può essere eseguita, per esempio per la presenza di pacemaker o altri dispositivi metallici. Tuttavia, rispetto alla RM, la TAC espone il paziente a maggiori radiazioni e non è appropriata come esame di screening nel mal di schiena. La scelta della TAC deve essere valutata attentamente e limitata ai casi in cui offre un contributo diagnostico rilevante.
Riferimenti:
Wáng YXJ, Wu AM, Ruiz Santiago F, Nogueira-Barbosa MH. Informed appropriate imaging for low back pain management: A narrative review. J Orthop Translat. 2018 Aug 27;15:21-34. doi: 10.1016/j.jot.2018.07.009. PMID: 30258783; PMCID: PMC6148737

La diagnosi e la gestione del mal di schiena devono basarsi principalmente su una valutazione clinica accurata, che comprende l'anamnesi dettagliata e l'esame obiettivo, prima di procedere a esami strumentali. La raccolta di informazioni cliniche consente di escludere condizioni gravi (come infezioni, tumori o fratture) e di individuare i cosiddetti "red flags" che giustificano ulteriori approfondimenti diagnostici. Le linee guida raccomandano infatti che solo in presenza di segni clinici specifici si ricorra a radiografie, RM o TAC, poiché molte anomalie radiologiche sono spesso asintomatiche e non rilevanti. Una valutazione clinica ben condotta facilita il trattamento mirato e riduce costi, ansia e sovraccarico diagnostico legato all'uso eccessivo di immagini. Inoltre, gestire il paziente attraverso il dialogo e la spiegazione riduce la paura e aumenta la compliance.
Riferimenti:
Airaksinen O, Brox JI, Cedraschi C, et al. European guidelines for the management of chronic nonspecific low back pain. Eur Spine J. 2006;15 Suppl 2:S192-S300.

Le cosiddette "red flags" rappresentano segnali clinici che suggeriscono la presenza di patologie serie come neoplasie, infezioni, fratture o gravi compressioni nervose. L'identificazione di questi sintomi (per esempio febbre persistente, perdita di peso improvvisa, dolore notturno ingravescente, disfunzioni neurologiche come incontinenza o paralisi) è fondamentale per orientare il percorso diagnostico e terapeutico, inclusa richiesta di esami strumentali urgenti e valutazioni specialistiche. Il mancato riconoscimento di questi segnali può ritardare la diagnosi e compromettere gravemente la prognosi del paziente. L'anamnesi approfondita e l'esame neurologico sono la chiave per individuarle tempestivamente e intervenire di conseguenza.
Riferimenti:
Delitto A, George SZ, Van Dillen LR, et al. Low back pain. J Orthop Sports Phys Ther. 2012;42(4):A1-A57.

Gli esami ematici non sono generalmente utili nella valutazione iniziale del mal di schiena non specifico, ma diventano necessari nel caso di sospetti di infezioni, malattie reumatologiche o processi sistemici infiammatori o neoplastici. Ad esempio, la VES, la PCR, i markers tumorali o l'emocromo completo possono essere richiesti in presenza di segni clinici quali febbre, perdita di peso, dolori notturni o alterazioni neurologiche. L'uso appropriato degli esami di laboratorio contribuisce quindi a una gestione più mirata del paziente, evitando test inutili e sovraccarico diagnostico.
Riferimenti:
Koes BW, van Tulder MW, Thomas S. Diagnosis and treatment of low back pain. BMJ. 2006;332(7555):1430-1434.

Il dolore radicolare si manifesta quando vi è una compressione o irritazione di una radice nervosa spinale, spesso dovuta a un'ernia del disco o a stenosi del canale vertebrale. Questo dolore può essere accompagnato da formicolii, debolezza muscolare, o alterazioni della sensibilità. Quando i sintomi neurologici, come la perdita di forza o la compromissione della sensibilità, peggiorano nel tempo, la situazione diventa un'emergenza clinica, poiché può indicare un rischio di danno nervoso permanente. La valutazione tempestiva con esami neurologici e diagnostici è cruciale per orientare correttamente il trattamento, che in alcuni casi può richiedere un intervento chirurgico urgente per decomprimere le radici nervose e prevenire conseguenze invalidanti come la cauda equina.
Riferimenti:
Weber H. Lumbar disc herniation: a controlled, prospective study with ten years of observation. Spine. 1983;8(2):131-140.

Per il ballo tutti gli articoli pubblicati hanno trovato una prevalenza maggiore di mal di schiena fra i professionisti e gli amatori. Non è stato evidenziato una significativa differenza tra i vari tipi di ballo.
Riferimenti:
Swain CTV, et al Life history and point prevalence of low back pain in pre-professional and professional dancers. Phys Ther Sport. 2017 May;25:34-38.

Il mal di schiena non è solo un problema fisico, ma una condizione con importanti implicazioni psicologiche e sociali che possono influenzare l'esperienza dolorosa e il decorso clinico. Ansia, depressione, stress lavorativo e problemi sociali aumentano la percezione del dolore, riducono la capacità di coping e possono contribuire alla cronicizzazione. Una valutazione completa deve includere questi aspetti per identificare i fattori di rischio psicosociale e facilitare interventi multidisciplinari che trattino non solo il dolore fisico ma anche i contesti psicologici e ambientali, migliorando l'efficacia delle terapie e la qualità della vita.
Riferimenti:
Linton SJ, Shaw WS. Impact of psychological factors in the experience of pain. Physical Therapy. 2011;91(5):700-711.

Nel mal di schiena, soprattutto nelle forme acute non complicate, è fondamentale osservare attentamente l'evoluzione clinica nel tempo prima di eseguire esami strumentali invasivi o ricorrere a trattamenti intensivi. La maggior parte dei dolori lombari migliora spontaneamente entro poche settimane con un adeguato supporto conservativo. Monitorare sintomi, funzionalità e risposta terapeutica consente di identificare eventuali segnali di peggioramento o complicazioni, riservando esami più invasivi solo a casi selezionati. Questo approccio evita sprechi, riduce l'esposizione a radiazioni e limita l'ansia generata da diagnosi premature e spesso fuorvianti.
Riferimenti:
Maughan EF, Lewis JS. Outcome measures in chronic low back pain. Eur Spine J. 2010 Sep;19(9):1484-94. doi: 10.1007/s00586-010-1353-6. Epub 2010 Apr 17. PMID: 20397032; PMCID: PMC2989277.

Il mal di schiena occasionale e a decorso favorevole non richiede esami radiologici o altre procedure diagnostiche invasive. Approcci conservativi con educazione, gestione del dolore e movimenti adeguati sono sufficienti. L'abuso di imaging in questi casi mostra scarsi benefici clinici e spesso evidenzia anomalie incidentali che possono creare confusione e preoccupazioni inutili. Le linee guida internazionali raccomandano pertanto un uso parsimonioso e mirato degli esami radiologici, privilegiando invece una buona valutazione clinica e la gestione attiva.
Riferimenti:
Airaksinen O, Brox JI, Cedraschi C, et al. European guidelines for the management of chronic nonspecific low back pain. European Spine Journal. 2006;15(Suppl 2):S192-S300.

La facilità di accesso a informazioni mediche online ha portato a un aumento dell'autodiagnosi, che spesso si basa su dati parziali, fraintendimenti o informazioni non verificate. Questo può generare ansia ingiustificata, ritardi nel cercare una valutazione professionale e l'adozione di terapie non appropriate o addirittura dannose. Studi dimostrano che un consulto medico tempestivo e una diagnosi accurata sono fondamentali per una gestione efficace del mal di schiena, evitando complicazioni e cronicizzazione. Promuovere una corretta comunicazione medico-paziente è essenziale per contrastare la disinformazione.
Riferimenti:
Nicholl BI, Sandal LF, Stochkendahl MJ, McCallum M, Suresh N, Vasseljen O, Hartvigsen J, Mork PJ, Kjaer P, Søgaard K, Mair FS. Digital Support Interventions for the Self-Management of Low Back Pain: A Systematic Review. J Med Internet Res. 2017 May 21;19(5):e179. doi: 10.2196/jmir.7290. PMID: 28550009; PMCID: PMC5466697.

Il dolore lombare cronico necessita solo l'adattamento delle pratiche sessuali. Nonostante le ovvie difficoltà, i pazienti riferiscono di avere relazioni positive, soprattutto grazie a partner empatici e alla ricerca di alternative durante i rapporti. Di conseguenza, l'attività e la soddisfazione sessuale non sono state influenzate.
Riferimenti:
van Schaik D, Channa H, Fobelets M, Moens M, Scheerlinck T, Goudman L. Sexual health and chronic low back pain: A qualitative study. N Am Spine Soc J. 2025 Apr 2;22:100609. doi: 10.1016/j.xnsj.2025.100609. PMID: 40470001; PMCID: PMC12136818

Il mal di schiena acuto senza segni di gravità o complicazioni spesso ha un decorso favorevole e può risolversi spontaneamente in poche settimane. L'osservazione, accompagnata da consigli sul mantenimento di un'attività normale e l'uso limitato di farmaci, è spesso sufficiente per la guarigione. L'approccio conservativo evita interventi diagnostici e terapeutici inutili, riducendo i costi sanitari e l'invasività del percorso. Tuttavia, la sorveglianza clinica è importante per identificare tempestivamente eventuali segni di complicazione o mancata risoluzione, che richiedono ulteriori approfondimenti.
Riferimenti:
Koes BW, van Tulder M, Lin CW, Macedo LG, McAuley J, Maher C. An updated overview of clinical guidelines for the management of non-specific low back pain in primary care. Eur Spine J. 2010 Dec;19(12):2075-94. doi: 10.1007/s00586-010-1502-y. Epub 2010 Jul 3. PMID: 20602122; PMCID: PMC2997201.

Il dolore che peggiora durante la notte e si manifesta in forma intensa può essere indicativo di condizioni più gravi, quali infezioni vertebrali, tumori o altre patologie sistemiche. Questo tipo di sintomatologia è quindi considerata un "red flag" che necessita di una valutazione medica urgente e approfondita, comprendente anamnesi dettagliata, esame obiettivo e indagini diagnostiche mirate come risonanza magnetica e analisi di laboratorio. Ignorare tali sintomi può comportare ritardi diagnostici con peggioramento delle condizioni cliniche e complicanze anche gravi.
Riferimenti:
Harding IJ, Davies E, Buchanan E, Fairbank JT. The symptom of night pain in a back pain triage clinic. Spine (Phila Pa 1976). 2005 Sep 1;30(17):1985-8. doi: 10.1097/01.brs.0000176313.02258.5e. PMID: 16135990.

Il mal di schiena non è solo un fenomeno fisico, ma coinvolge aspetti emotivi e psicologici che possono influire significativamente sulla percezione e sulla gestione del dolore. Ansia e depressione, ad esempio, aumentano la sensibilità al dolore, peggiorano le capacità di coping e riducono l'efficacia dei trattamenti. Inoltre, la presenza di disturbi psicologici può prolungare la durata del dolore e interferire con il ritorno alle attività normali. Pertanto, una valutazione completa del paziente deve includere strumenti per identificare segni di disagio psichico e una gestione integrata che preveda, se necessario, supporto psicologico e interventi specifici per il benessere mentale, in sinergia con le terapie fisiche.
Riferimenti:
Linton SJ, Shaw WS. Impact of psychological factors in the experience of pain. Phys Ther. 2011;91(5):700–711. doi:10.2522/ptj.20100330

Molti pazienti si approcciano al mal di schiena con paura e ansia, temendo danni irreversibili o disabilità permanente. Informare correttamente pazienti e caregiver che, nella maggior parte dei casi, il mal di schiena migliora spontaneamente in tempi relativamente brevi, può alleviare queste preoccupazioni. Un'educazione efficace sul decorso naturale del dolore, incoraggiando un atteggiamento attivo e la ripresa progressiva delle normali attività, favorisce la riduzione della paura del movimento e la partecipazione attiva alle terapie, elementi chiave per un recupero efficace. La comunicazione chiara e rassicurante migliora l'aderenza al trattamento e il benessere psicologico.
Riferimenti:
Louw A, Zimney K, Puentedura EJ, Diener I. The efficacy of pain neuroscience education on musculoskeletal pain: A systematic review of the literature. Physiother Theory Pract. 2016 Jul;32(5):332-55. doi: 10.1080/09593985.2016.1194646. Epub 2016 Jun 28. PMID: 27351541.

L'utilizzo di termini forti o allarmanti nella comunicazione può generare un effetto negativo, aumentando paura, ansia e evitamento del movimento, fenomeno funzionale che può peggiorare il quadro doloroso. Parole come "ernia grave", "colonna rotta" o "danno irreparabile" possono aumentare i comportamenti di evitamento e la disabilità. È pertanto essenziale scegliere un linguaggio che promuova un'interpretazione rassicurante e orientata al recupero, focalizzandosi su strategie di gestione piuttosto che su diagnosi "minacciose". I pazienti informati in modo adeguato tendono a migliorare più rapidamente e sviluppano meno paure correlate al dolore.
Riferimenti:
Main CJ, George SZ. Psychosocial influences on low back pain outcomes. Phys Ther. 2011;91(5):712–721. doi:10.2522/ptj.20100330

L'effetto cascata provocato dall'esecuzione precoce e non indicata di esami diagnostici può condurre a diagnosi errate o affrettate, con conseguente aumento di trattamenti inutili, spesso invasivi, come interventi chirurgici o terapie farmacologiche inappropriate. Questo fenomeno non solo espone il paziente a rischi e complicanze, ma aumenta anche il carico economico sul sistema sanitario. Le linee guida suggeriscono di limitare gli esami strumentali a casi selezionati, basandosi prioritariamente sulla valutazione clinica e solo in presenza di segnali di allarme. L'approccio prudente tutela il paziente e garantisce un impiego più razionale delle risorse.
Riferimenti:
Taylor JA, Bussières A. Diagnostic imaging for spinal disorders in the elderly: a narrative review. Chiropr Man Therap. 2012 May 24;20(1):16. doi: 10.1186/2045-709X-20-16. PMID: 22625868; PMCID: PMC3438046.

Un monitoraggio continuo del paziente con mal di schiena permette di valutare la risposta alle terapie e le modifiche dello stato clinico, favorendo un approccio dinamico e personalizzato. Inoltre, il follow-up incoraggia il rispetto delle terapie e consente l'identificazione precoce di eventuali complicazioni o del bisogno di modifiche. Questo modello di gestione, supportato da evidenze, migliora gli esiti clinici, riduce le recidive e limita interventi inutili. È infatti fondamentale trattare il mal di schiena come un processo evolutivo con valutazioni periodiche e interventi tempestivi.
Riferimenti:
Foster NE, Dziedzic KS, Hill JC, et al. Research priorities for non-pharmacological therapies for common musculoskeletal problems: nationally and internationally agreed recommendations. BMC Musculoskelet Disord. 2009;10:3. doi:10.1186/1471-2474-10-3

L'attività fisica regolare mantiene forza, elasticità e coordinazione muscolare, elementi essenziali per sostenere la colonna vertebrale e prevenire episodi di dolore. L'esercizio migliora la circolazione, favorisce la produzione di sostanze antinfiammatorie e stimola la neuroplasticità positiva, contribuendo a modulare la percezione dolorosa. Numerose revisioni sistematiche dimostrano che programmi di esercizi mirati sono efficaci nel ridurre il dolore e l'incapacità funzionale nei pazienti con mal di schiena cronico. Il miglioramento è maggiore quando si personalizza l'esercizio in base alle capacità e alle esigenze del paziente, e si promuove l'aderenza a lungo termine.
Riferimenti:
Hayden JA, van Tulder MW, Malmivaara A, Koes BW. Exercise therapy for chronic low back pain. Cochrane Database Syst Rev. 2005;(3):CD000335. doi:10.1002/14651858.CD000335

L'efficacia dell'esercizio fisico nel trattamento del mal di schiena dipende in gran parte dalla personalizzazione del programma. Ogni paziente presenta differenti condizioni fisiche, livelli di dolore, limitazioni funzionali e fattori psicologici che influenzano la tolleranza e la risposta all'allenamento. Programmi standardizzati possono risultare inappropriati, rischiando di generare frustrazione o peggioramento dei sintomi. Invece, un piano di esercizi calibrato sulle esigenze individuali, con progressione graduale e monitoraggio costante, garantisce una migliore adesione, riduce il rischio di recidive e massimizza i benefici. Inoltre, l'educazione sul corretto modo di eseguire gli esercizi è fondamentale per prevenire compensi errati o infortuni.
Riferimenti:
Hayden JA, van Tulder MW, Malmivaara A, Koes BW. Exercise therapy for treatment of non-specific low back pain. Cochrane Database Syst Rev. 2005;(3):CD000335.

Educare il paziente riguardo alle cause, alla natura e al decorso del mal di schiena aiuta a ridurre la paura e le convinzioni errate che spesso contribuiscono all'incapacità e al dolore persistente. La comprensione scientifica del dolore come risultato di molteplici fattori, compresi quelli non strutturali, può modificare le aspettative, migliorare il coping e aumentare la partecipazione attiva al trattamento. L'educazione può includere tecniche di rilassamento, gestione dello stress e consigli sull'attività fisica appropriata. Diversi studi dimostrano che un approccio educativo porta a risultati migliori in termini di riduzione della disabilità e del dolore cronico.
Riferimenti:
Louw A, Diener I, Butler DS, Puentedura EJ. The efficacy of pain neuroscience education on musculoskeletal pain: a systematic review of the literature. Physiotherapy Theory and Practice. 2016;32(5):332-355.

Considerando la letteratura scientifica disponibile non è stato possibile individuare alcun modello chiaro di associazione tra nuoto e lombalgia. A volte il nuoto viene indicato come sport da praticare per alleviare il dolore ma sono disponibili solo prove di livello molto basso a supporto della raccomandazione del nuoto alle persone con mal di schiena. Allo stesso tempo sembra chiaro che la maggior parte degli infortuni legati al nuoto è secondaria a una pratica eccessiva.
Riferimenti:
Wareham DM, Fuller JT, Douglas TJ, Han CS, Hancock MJ. Swimming for low back pain: A scoping review. Musculoskelet Sci Pract. 2024 Jun;71:102926. doi: 10.1016/j.msksp.2024.102926. Epub 2024 Mar 15. PMID: 38522227.

I farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) sono spesso utilizzati come prima linea di trattamento per il mal di schiena acuto e subacuto grazie alla loro capacità di ridurre infiammazione e dolore. Studi clinici hanno evidenziato un miglioramento significativo dei sintomi nelle fasi iniziali, soprattutto in combinazione con altre terapie conservative come l'esercizio e l'educazione del paziente. Tuttavia, l'uso a lungo termine di FANS è sconsigliato a causa del rischio di effetti collaterali gravi quali ulcere gastrointestinali, problemi cardiaci e renali. La decisione di prescriverli deve essere attentamente valutata in base al quadro clinico e al profilo di rischio individuale, preferendo sempre la dose efficace minima e la durata più breve possibile.
Riferimenti:
van der Gaag WH, Roelofs PD, Enthoven WT, van Tulder MW, Koes BW. Non-steroidal anti-inflammatory drugs for acute low back pain. Cochrane Database Syst Rev. 2020 Apr 16;4(4):CD013581.

Gli oppioidi possono garantire sollievo nel dolore intenso e acuto, ma la loro efficacia a lungo termine per il mal di schiena cronico è limitata. Il loro uso prolungato è associato a rischi elevati di dipendenza, tolleranza e numerosi effetti collaterali, tra cui depressione respiratoria, stipsi e alterazioni cognitive. Le linee guida indicano che gli oppioidi dovrebbero essere prescritti solo per brevi periodi e in pazienti selezionati, sempre in associazione a interventi non farmacologici. Inoltre, la gestione del dolore cronico dovrebbe privilegiare strategie multimodali riducendo la dipendenza da questi farmaci.
Riferimenti:
Chou R, Turner JA, Devine EB, et al. The effectiveness and risks of long-term opioid therapy for chronic pain: a systematic review. Ann Intern Med. 2015;162(4):276-286. doi:10.7326/M14-2559

Lo stress psicologico e la tensione muscolare contribuiscono a mantenere o peggiorare il dolore alla schiena. Tecniche di rilassamento come il training autogeno, il biofeedback, la respirazione diaframmatica e la meditazione mindfulness aiutano ad abbassare il tono muscolare, ridurre la tensione e modulare la risposta nervosa al dolore. Questi strumenti, spesso integrati nelle terapie cognitivo-comportamentali, migliorano il benessere generale e consentono al paziente di acquisire maggiore controllo sulle proprie sensazioni dolorose, riducendo ansia e depressione associate.
Riferimenti:
Morley S, Eccleston C, Williams AC. Systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials of cognitive behaviour therapy and behaviour therapy for chronic pain in adults, excluding headache. Pain. 1999;80(1-2):1-13. doi:10.1016/S0304-3959(98)00102-

Le terapie manuali, come la manipolazione spinale e la mobilizzazione, sono spesso impiegate per alleviare il mal di schiena e migliorare la mobilità. Numerosi studi indicano che questi interventi possono fornire sollievo a breve termine riducendo il dolore e migliorando la funzione nei pazienti con mal di schiena acuto o cronico. Tuttavia, l'efficacia a lungo termine è meno chiara e può essere limitata se queste terapie non sono integrate in un programma più ampio che includa esercizio e educazione. Le terapie manuali sono raccomandate come parte di un approccio multimodale e personalizzato, considerando le preferenze e le condizioni specifiche del paziente. È importante che siano eseguite da professionisti qualificati per minimizzare rischi.
Riferimenti:
Rubinstein SM, de Zoete A, van Middelkoop M, et al. Spinal manipulative therapy for chronic low-back pain. Cochrane Database Syst Rev. 2011;(2):CD008112. doi:10.1002/14651858.CD008112

L'integrazione di esercizi fisioterapici con terapie manuali rappresenta un approccio sinergico che migliora il dolore e la funzione nel mal di schiena. Gli esercizi contribuiscono a rinforzare e stabilizzare la colonna, mentre la terapia manuale migliora la mobilità e allevia le tensioni muscolari. La letteratura scientifica dimostra che combinare queste strategie produce effetti maggiori rispetto all'applicazione isolata di una delle due tecniche, soprattutto a breve e medio termine. Tale combinazione favorisce inoltre un maggior coinvolgimento del paziente nel percorso terapeutico e una migliore aderenza al trattamento.
Riferimenti:
Domingues L, Pimentel-Santos FM, Cruz EB, Sousa AC, Santos A, Cordovil A, Correia A, Torres LS, Silva A, Branco PS, Branco JC. Is a combined programme of manual therapy and exercise more effective than usual care in patients with non-specific chronic neck pain? A randomized controlled trial. Clin Rehabil. 2019 Dec;33(12):1908-1918.

Le trazioni spinali sono state storicamente proposte come trattamento per il mal di schiena, ma revisioni sistematiche e studi recenti non hanno trovato prove sufficienti a sostegno della loro efficacia clinica. Le evidenze indicano che le trazioni non migliorano significativamente il dolore o la funzionalità e non dovrebbero essere raccomandate come trattamento di prima linea. Possono essere impiegate in casi selezionati, ma è importante considerare le alternative più efficaci e sicure disponibili.
Riferimenti:
Wegner I, Widyahening IS, van Tulder MW, Blomberg SE, de Vet HC, Brønfort G, Bouter LM, van der Heijden GJ. Traction for low-back pain with or without sciatica. Cochrane Database Syst Rev. 2013 Aug 19;2013(8):CD003010.

L'educazione di gruppo rappresenta un efficace metodo di supporto per i pazienti con mal di schiena, combinando informazioni scientifiche con esperienze condivise. Questo approccio migliora la comprensione del dolore, riduce paure, aumenta l'aderenza ai programmi di esercizio e stimola l'autogestione. L'interazione sociale in gruppo favorisce un senso di appartenenza e motivazione, elementi importanti per affrontare condizioni croniche. Studi evidenziano che i programmi educativi di gruppo riducono significativamente il dolore e la disabilità in pazienti con mal di schiena cronico rispetto a interventi standard individuali.
Riferimenti:
Kamper SJ, Ostelo RW, Knol DL, Maher CG, de Vet HC, van Tulder MW. Multidisciplinary biopsychosocial rehabilitation for chronic low back pain. Cochrane Database Syst Rev. 2014;(9):CD000963.

Il mal di schiena cronico è una condizione complessa che coinvolge aspetti fisici, emotivi e sociali. L'approccio multidisciplinare combina competenze mediche, fisioterapiche, psicologiche e sociali per offrire una gestione integrata che agisca su tutte le componenti della problematica. Questo approccio multidimensionale ha dimostrato di migliorare il dolore, la funzionalità e la qualità della vita, riducendo al contempo il ricorso a farmaci e interventi chirurgici. L'integrazione di terapie fisiche, supporto psicologico e educazione favorisce risultati duraturi e un migliore adattamento psicosociale.
Riferimenti:
Gatchel RJ, Peng YB, Peters ML, Fuchs PN, Turk DC. The biopsychosocial approach to chronic pain: scientific advances and future directions. Psychological Bulletin. 2007;133(4):581-624.

Le infiltrazioni di corticosteroidi o anestetici nelle strutture lombari possono essere efficaci per ridurre il dolore infiammatorio o neuropatico localizzato, come nella sciatica da ernia, ma la loro efficacia è generalmente temporanea e clinicamente modesta nei mal di schiena non specifici. L'uso routinario può esporre a rischi e costi inutili e deve essere limitato a pazienti che non rispondono alle terapie conservatrici e presentano indicazioni cliniche precise. Le linee guida raccomandano di abbinare tali infiltrazioni a trattamenti riabilitativi per ottimizzare l'effetto terapeutico.
Riferimenti:
Koes BW, Scholten RJPM, Mens JMA, Bouter LM. Efficacy of epidural steroid injections for low-back pain and sciatica: a systematic review of randomized clinical trials. Pain. 1995 Dec;63(3):279-288. doi: 10.1016/0304-3959(95)00124-7. PMID: 8719528

I corsetti o supporti lombari sono spesso utilizzati per alleviare temporaneamente il dolore e fornire un senso di stabilità alla colonna vertebrale. Tuttavia, un uso prolungato e continuativo può portare a una progressiva atrofia della muscolatura paravertebrale e addominale, favorendo la dipendenza dal supporto esterno e riducendo la capacità del corpo di auto-sostenersi. Ciò può pregiudicare il recupero funzionale a lungo termine e aumentare il rischio di recidive. Le linee guida cliniche suggeriscono che i corsetti possano essere utilizzati per periodi limitati in fasi acute o in casi specifici, ma sempre inseriti in un programma riabilitativo completo che preveda esercizi mirati di rafforzamento muscolare.
Riferimenti:
Schott C, Zirke S, Schmelzle JM, Kaiser C, Fernández LAI. Effectiveness of lumbar orthoses in low back pain: Review of the literature and our results. Orthop Rev (Pavia). 2018 Dec 6;10(4):7791. doi: 10.4081/or.2018.7791. PMID: 30662686; PMCID: PMC6315306.

L'applicazione di calore o freddo sulle aree dolorose è una strategia frequentemente impiegata per il sollievo del dolore lombare. Il calore aiuta a rilassare la muscolatura, aumentare il flusso sanguigno e migliorare l'elasticità tissutale, mentre il freddo riduce l'infiammazione e attenua la percezione nervosa del dolore. Queste terapie fisiche forniscono sollievo sintomatico temporaneo ma non modificano la causa sottostante del dolore. Pertanto, sono più efficaci se integrate in un programma terapeutico più ampio che comprenda esercizio, educazione e gestione dello stress. L'uso corretto di queste terapie può migliorare la qualità della vita e facilitare la partecipazione ad altre forme di trattamento attivo.
Riferimenti:
French SD, Cameron M, Walker BF, Reggars JW, Esterman AJ. Superficial heat or cold for low back pain. Cochrane Database Syst Rev. 2006;(1):CD004750.

Nonostante l'interesse crescente verso le terapie fisiche innovative come onde d'urto e laser terapeutici, le prove scientifiche attuali non sono sufficientemente robuste per raccomandarne l'uso sistematico nel trattamento del mal di schiena. Alcuni studi suggeriscono benefici in specifiche condizioni muscolotendinee, ma mancano dati consistenti riguardo a efficacia, sicurezza e durata degli effetti nel contesto del dolore lombare. Pertanto, l'applicazione di queste tecnologie dovrebbe essere riservata a protocollo sperimentale o casi selezionati, sempre in associazione con trattamenti conservativi tradizionali.
Riferimenti:
Shebib R, George SZ, Van Dillen LR, et al. Effectiveness of extracorporeal shockwave therapy for musculoskeletal conditions: a systematic review and meta-analysis. Journal of Orthopaedic & Sports Physical Therapy. 2018;48(3):150-159. doi:10.2519/jospt.2018.7587

L'adattamento delle attività lavorative in presenza di mal di schiena è una strategia importante sia per la prevenzione di ulteriori danni sia per il sostegno al recupero funzionale. Modificare temporaneamente le mansioni, ridurre i carichi fisici pesanti o permettere pause frequenti consente al lavoratore di mantenere un'attività compatibile con le sue condizioni fisiche senza aggravare il dolore. Questo approccio non solo favorisce la continuità occupazionale, riducendo l'assenteismo e la disabilità, ma migliora anche l'autostima e allevia lo stress psicologico correlato alla perdita del lavoro. Programmi di rientro graduale e collaborazioni tra paziente, datori di lavoro e clinici sono fondamentali per ottenere il miglior equilibrio tra recupero e produttività.
Riferimenti:
Russo F, Papalia GF, Diaz Balzani LA, Stelitano G, Zampogna B, Fontana L, Vadalà G, Iavicoli S, Papalia R, Denaro V. Prognostic factors for return to work in patients affected by chronic low back pain: a systematic review. Musculoskelet Surg. 2024 Dec;108(4):403-415. doi: 10.1007/s12306-024-00828-y. Epub 2024 Jun 12. PMID: 38864993; PMCID: PMC11582328.

La chirurgia è una opzione terapeutica riservata ai pazienti con evidenze cliniche e radiologiche di patologie specifiche, quali ernie discali con deficit neurologici progressivi, stenosi spinale sintomatica o instabilità vertebrale significativa. In questi casi, l'intervento può decomprimere le radici nervose, stabilizzare la colonna e alleviare sintomi invalidanti, migliorando la qualità di vita. Tuttavia, nella maggior parte dei mal di schiena, soprattutto quelli senza segni neurologici, la chirurgia non offre benefici superiori rispetto ai trattamenti conservativi e comporta rischi chirurgici e di complicanze. La selezione accurata del paziente è quindi fondamentale per massimizzare i benefici e minimizzare i rischi.
Riferimenti:
Chou R, Baisden J, Carragee EJ, Resnick DK, Shaffer WO, Loeser JD. Surgery for low back pain: a review of the evidence for an American Pain Society Clinical Practice Guideline. Spine (Phila Pa 1976). 2009 May 1;34(10):1094-109. doi: 10.1097/BRS.0b013e3181a105fc. PMID: 19363455.

La chirurgia della colonna può portare a un miglioramento significativo del dolore e della funzione nei primi mesi o anni dopo l'intervento, ma le evidenze indicano che nel lungo termine i risultati tendono ad appiattirsi, con molti pazienti che possono continuare a percepire dolore o limitazioni funzionali. Le cause possono includere processi degenerativi progressivi, alterazioni biomeccaniche o fattori psicosociali. Questo sottolinea l'importanza di integrare la chirurgia con programmi di riabilitazione intensivi e interventi multidisciplinari per mantenere e prolungare i benefici nel tempo. Informare correttamente i pazienti sulle aspettative realistiche è nel contempo fondamentale.
Riferimenti:
Weinstein JN, Lurie JD, Tosteson TD, Skinner JS, Hanscom B, Tosteson AN, Herkowitz H, Fischgrund J, Cammisa FP, Albert T, Deyo RA. Surgical vs nonoperative treatment for lumbar disk herniation: the Spine Patient Outcomes Research Trial (SPORT) observational cohort. JAMA. 2006 Nov 22;296(20):2451-9. doi: 10.1001/jama.296.20.2451. PMID: 17119141; PMCID: PMC2562254.

L'intervento chirurgico alla colonna vertebrale, pur essendo efficace in molti casi selezionati, comporta rischi non trascurabili che vanno adeguatamente comunicati al paziente. Le complicanze possono includere infezioni, emorragie, danni nervosi, dolore persistente, trombosi venosa e necessità di reinterventi. Una discussione franca e completa circa questi rischi consente al paziente di formarsi un quadro realistico e di partecipare attivamente alle decisioni riguardo al proprio trattamento. L'aderenza a protocolli di sicurezza e a tecniche chirurgiche avanzate può ridurre ma non eliminare completamente tali rischi. Il consenso informato è quindi un passaggio essenziale, parte integrante di una buona pratica clinica e di un rapporto trasparente medico-paziente.
Riferimenti:
Kobayashi K, et al Complications Associated With Spine Surgery in Patients Aged 80 Years or Older: Japan Association of Spine Surgeons with Ambition (JASA) Multicenter Study. Global Spine J. 2017 Oct;7(7):636-641. doi: 10.1177/2192568217716144. Epub 2017 Jul 20. PMID: 28989842; PMCID: PMC5624380.

Le linee guida internazionali indicano che la chirurgia va considerata solo dopo un periodo di trattamento conservativo adeguato, che include esercizio fisico, controllo del dolore, fisioterapia e supporto psicologico. Questa strategia è efficace nella maggior parte dei casi e limita l'esposizione del paziente ai rischi chirurgici. Nella pratica clinica, un approccio graduale consente di monitorare la risposta al trattamento e di intervenire chirurgicamente solo se la situazione clinica lo richiede, come nel caso di compromissioni neurologiche gravi o mancata risposta dopo un tempo ragionevole. Mantenere aperta questa finestra di trattamento conservativo contribuisce a un uso più appropriato e sicuro delle risorse sanitarie.
Riferimenti:
Airaksinen O, Brox JI, Cedraschi C, et al. European guidelines for the management of chronic nonspecific low back pain. European Spine Journal. 2006;15(Suppl 2):S192-S300.

Interventi chirurgici, quali discectomia o decompressione, possono ridurre in modo significativo il dolore e migliorare la funzionalità nei pazienti selezionati. Tuttavia, la chirurgia non sempre elimina completamente il dolore e non è esente da rischio di recidive o di dolore post-operatorio persistente ("failed back surgery syndrome"). Molti pazienti sperimentano miglioramenti rilevanti, ma è importante preparare il paziente con realistiche aspettative, spiegando che la completa scomparsa del dolore non è sempre raggiungibile. La condivisione delle informazioni e un corretto percorso riabilitativo post-operatorio sono essenziali per massimizzare i benefici a lungo termine.
Riferimenti:
Fairbank JCT, Pynsent PB. The Oswestry Disability Index. Spine. 2000;25(22):2940-2952.

La fusione vertebrale, o artrodesi, è una procedura chirurgica utilizzata per stabilizzare segmenti spinali instabili o gravemente degenerati. È indicata principalmente in casi specifici come spondilolistesi, deformità vertebrali, fratture o fallimento di precedenti interventi. Sebbene possa offrire sollievo dal dolore e migliorare la funzionalità in questi contesti, l'intervento è invasivo, associato a rischi peri- e post-operatori significativi e può comportare una riduzione della mobilità locale. Inoltre, la fusione può aumentare il carico sui segmenti vertebrali adiacenti, favorendo la loro possibile degenerazione nel tempo. Pertanto, è fondamentale che la decisione chirurgica sia basata su una precisa valutazione clinica e radiologica, confermata da una risposta insufficiente ai trattamenti conservativi.
Riferimenti:
Fritzell P, Hägg O, Wessberg P, Nordwall A. 2001 Volvo Award Winner in Clinical Studies: lumbar fusion improves health-related quality of life in chronic low back pain. Spine. 2001;26(23):2521-2532.

Le tecniche chirurgiche minimamente invasive rappresentano un'evoluzione importante nella gestione del mal di schiena e delle patologie spinali. Queste tecniche mirano a limitare il trauma dei tessuti molli, riducendo la perdita ematica, il dolore post-operatorio e i tempi di degenza e recupero. Studi mostrano che l'approccio minimamente invasivo può essere associato a minori complicanze quali infezioni e danni neurologici, migliorando il comfort del paziente e la ripresa funzionale. Tuttavia, non tutti i casi sono candidati a queste tecniche, che richiedono formazione specialistica e attrezzature specifiche. La selezione corretta dei pazienti è fondamentale per massimizzare i benefici.
Riferimenti:
Patel PD, Canseco JA, Houlihan N, Gabay A, Grasso G, Vaccaro AR. Overview of Minimally Invasive Spine Surgery. World Neurosurg. 2020 Oct;142:43-56. doi: 10.1016/j.wneu.2020.06.043. Epub 2020 Jun 13. PMID: 32544619.

Il successo a lungo termine della chirurgia spinale dipende non solo dall'intervento stesso, ma anche da un programma di riabilitazione post-operatoria adeguato e personalizzato. La riabilitazione favorisce il recupero della forza, della mobilità e della funzionalità, aiutando il paziente a rientrare gradualmente nelle normali attività quotidiane e lavorative. Essa include esercizi di rafforzamento muscolare, stretching e tecniche di controllo motorio, abbinati a supporto educativo e psicologico. La mancata riabilitazione può compromettere gli esiti clinici, portando a recidive e dolore persistente. La collaborazione tra equipe chirurgica, fisioterapista e paziente è quindi essenziale.
Riferimenti:
Hayden JA, van Tulder M, Tomlinson G. Systematic review: strategies for using exercise therapy to improve outcomes in chronic low back pain. Annals of Internal Medicine. 2005;142(9):776-785.

La terapia chirurgica per il mal di schiena deve essere personalizzata in base alla diagnosi precisa, allo stato funzionale del paziente e alle comorbilità presenti. Ad esempio, in caso di stenosi spinale sintomatica, si può scegliere una decompressione chirurgica, mentre per instabilità vertebrale può essere indicata una fusione. La selezione accurata garantisce che il trattamento sia mirato, riducendo il rischio di complicanze e migliorando le probabilità di successo. Inoltre, è fondamentale considerare l'età, l'attività quotidiana, le aspettative e la motivazione del paziente, che influenzano significativamente l'outcome postoperatorio. Una valutazione multidisciplinare supporta questi processi decisionali, integrando competenze mediche, fisioterapiche e psicologiche.
Riferimenti:
Weinstein JN, Lurie JD, Tosteson TD, et al. Surgical versus nonoperative treatment for lumbar spinal stenosis. New England Journal of Medicine. 2008;358(8):794-810. doi:10.1056/NEJMoa0707136

Il consenso informato non è solo un requisito legale, ma anche un processo cruciale per la relazione medico-paziente che influenza gli esiti di cura. Fornire al paziente informazioni dettagliate circa i benefici, i rischi, le alternative terapeutiche e le possibili complicanze permette una scelta libera e responsabile. Questo aumenta la fiducia nel percorso terapeutico, riduce l'ansia e migliora l'aderenza al trattamento. In casi complessi come la chirurgia spinale, una comunicazione trasparente è imprescindibile per stabilire aspettative realistiche e coinvolgere attivamente il paziente nella gestione della propria salute.
Riferimenti:
Elwyn G, Frosch D, Thomson R, et al. Shared decision making: a model for clinical practice. Journal of General Internal Medicine. 2012;27(10):1361-1367. doi:10.1007/s11606-012-2077-6

Nel mal di schiena non specifico, che rappresenta la gran parte dei casi, la chirurgia non mostra vantaggi chiari rispetto ai trattamenti conservativi. In assenza di deficit neurologici o di segnali clinici che suggeriscano patologie strutturali specifiche, l'intervento chirurgico non solo risulta inefficace nel migliorare dolore e funzionalità, ma espone il paziente a rischi inutili. Linee guida internazionali raccomandano, quindi, di perseguire terapie conservative, quali esercizio, educazione e terapia cognitivo-comportamentale, riservando la chirurgia a casi selettivi.
Riferimenti:
Chou R, Qaseem A, Snow V, et al. Diagnosis and treatment of low back pain: a joint clinical practice guideline from the American College of Physicians. Ann Intern Med. 2007;147(7):478-491.

La chirurgia per il mal di schiena, pur potendo apportare benefici significativi in termini di riduzione del dolore e miglioramento della qualità della vita in pazienti selezionati, non garantisce sempre un pieno recupero funzionale. Le risposte individuali variano molto a seconda di diversi fattori, tra cui la complessità della patologia, l'efficacia della riabilitazione postoperatoria e fattori psicologici come la motivazione e l'ansia. Inoltre, alcune persone possono continuare a sperimentare dolore persistente, ridotta mobilità e limitazioni nelle attività quotidiane anche dopo l'intervento. È pertanto indispensabile un'attenta selezione dei candidati e un adeguato counseling preoperatorio per stabilire aspettative realistiche ed evitare delusioni o scelte inappropriate.
Riferimenti:
Brox JI, Sørensen R, Friis A, Nygaard ØP. Randomized clinical trial of lumbar instrumented fusion and cognitive intervention and exercises in patients with chronic low back pain and disc degeneration. Spine. 2003;28(17):1913-1921.

L'eccessiva medicalizzazione del mal di schiena porta a un aumento di diagnosi, trattamenti e procedure non sempre necessarie, inclusa una maggiore frequenza di interventi chirurgici che possono non essere indicati. Questo fenomeno può aumentare i costi, esporre i pazienti a rischi aggiuntivi e generare dipendenza dalle cure mediche piuttosto che incentivare strategie di auto-gestione e riabilitazione. È quindi essenziale adottare un approccio basato su evidenze, evitando sovradiagnosi e sovratrattamenti, per promuovere una gestione sostenibile e rispettosa delle risorse e della persona. La chirurgia va riservata solo a casi ben selezionati.
Riferimenti:
Deyo RA, Mirza SK, Martin BI. Overtreatment of back pain: time to back off?. JAMA. 2013;309(10):1015-1016.

Il camminare in modo regolare rappresenta una forma di esercizio aerobico a basso impatto che aiuta a mantenere e migliorare la mobilità, la forza muscolare del core e la funzione cardiovascolare. Questo contribuisce a ridurre la rigidità e la tensione muscolare associate al mal di schiena, stimola la circolazione sanguigna migliorando il nutrimento dei tessuti vertebrali, e supporta il mantenimento di una postura corretta. Inoltre, il camminare ha effetti positivi sull'umore e sulla gestione dello stress, fattori influenti sulla percezione del dolore. Le evidenze indicano che programmi di cammino strutturati possono migliorare significativamente il benessere di pazienti con patologie lombari croniche.
Riferimenti:
Shnayderman I, Katz-Leurer M. An aerobic walking programme versus muscle strengthening programme for chronic low back pain: a randomized controlled trial. Clinical Rehabilitation. 2013;27(3):207-21

I dischi intervertebrali sono costituiti in gran parte da acqua, che conferisce loro la capacità di ammortizzare i carichi e mantenere la distanza tra le vertebre. Una buona idratazione è fondamentale per preservare la salute e l'elasticità di questi dischi; la disidratazione può accelerarne la degenerazione e ridurre la loro capacità di assorbire impatti, contribuendo al dolore lombare. Ricerche hanno anche evidenziato che la disidratazione tissutale può favorire l'infiammazione locale, peggiorando la sintomatologia dolorosa. Pertanto, mantenere un corretto stato di idratazione è un aspetto semplice ma importante nel prevenire e gestire il mal di schiena, integrando con esercizio fisico e altre misure terapeutiche.
Riferimenti:
Urban JP, Roberts S. Degeneration of the intervertebral disc. Arthritis Research & Therapy. 2003;5(3):120-130.

Il fumo di tabacco interferisce con la microcircolazione e la vascolarizzazione dei tessuti spinali, riducendo l'apporto di ossigeno e nutrienti essenziali. Questo favorisce processi degenerativi a livello dei dischi vertebrali e delle altre strutture della colonna. Inoltre, il fumo può alterare i meccanismi di riparazione cellulare e amplificare le risposte infiammatorie, aumentando nello stesso tempo la sensibilità al dolore. Studi epidemiologici confermano che i fumatori hanno una maggiore prevalenza di mal di schiena cronico rispetto ai non fumatori e una prognosi peggiore. Per queste ragioni, la cessazione del fumo rappresenta una componente importante nella gestione e prevenzione del mal di schiena.
Riferimenti:
Shiri R, Karppinen J, Leino-Arjas P, et al. Smoking and low back pain: a meta-analysis. American Journal of Medicine. 2010;123(1):87.e7-87.e35.

Il dolore lombare è endemico tra i golfisti. Lo swing sottopone la colonna lombare a carichi rapidi e intensi, più frequentemente nei dilettanti che nei professionisti. Questi carichi predispongono i golfisti a stiramenti muscolari, discopatie lombari, spondilolisi e artropatia delle faccette articolari. È fondamentale per tutti i golfisti riscaldarsi adeguatamente, sviluppare una buona meccanica dello swing e partecipare a un programma di allenamento per la parte bassa della schiena fuori dal campo da golf.
Riferimenti:
Hosea TM, Gatt CJ Jr. Back pain in golf. Clin Sports Med. 1996 Jan;15(1):37-53. PMID: 8903708.

La tecnica corretta nel sollevamento è fondamentale per ridurre il rischio di lesioni alla schiena. Utilizzare la forza delle gambe piuttosto che quella della schiena distribuisce il carico in modo più sicuro, evitando eccessivo sforzo e compressione della colonna lombare. Questo comporta flettere le ginocchia mantenendo la schiena il più possibile dritta e trasferire il peso attraverso i muscoli più forti degli arti inferiori. L'allenamento adeguato, l'educazione posturale e l'attenzione ai limiti personali sono essenziali per prevenire infortuni sia nella vita lavorativa che quotidiana. In mancanza di questa attenzione, anche sollevamenti apparentemente leggeri possono provocare danni muscolari, ernie discali o altre patologie della schiena.
Riferimenti:
Sauter, M., Barthelme, J., Müller, C. et al. Manual handling of heavy loads and low back pain among different occupational groups: results of the 2018 BIBB/BAuA employment survey. BMC Musculoskelet Disord 22, 956 (2021).
https://doi.org/10.1186/s12891-021-04819-z

Stare troppo tempo in posizione seduta e avere uno stile di vita sedentario, non sembra avere una relazione inequivocabile con la lombalgia. Negli studi che hanno indagato su questo argomento si è evidenziato che circa il 75% delle persone coinvolte negli studi hanno riferito un certo livello di lombalgia, sia cronica che acuta. Più che le posizioni teoricamente ergonomiche da usare preferenzialmente, le pause regolari per alzarsi e muoversi sembrano essere gli elementi più importanti per preservare la salute della schiena in chi svolge attività sedentarie.
Riferimenti:
Alaca N, Acar AÖ, Öztürk S. Low back pain and sitting time, posture and behavior in office workers: A scoping review. J Back Musculoskelet Rehabil. 2025 Sep;38(5):919-943. doi: 10.1177/10538127251320320. Epub 2025 Mar 20. PMID: 40111906.

Yoga e Pilates sono discipline che combinano esercizi di forza, equilibrio, flessibilità e controllo posturale, concentrandosi principalmente sul rafforzamento del "core", ovvero il complesso di muscoli addominali, lombari e pelvici che stabilizzano la colonna vertebrale. Queste pratiche migliorano la consapevolezza corporea, promuovono una postura corretta e riducono le tensioni muscolari. Numerosi studi evidenziano che, associate a programmi terapeutici, yoga e Pilates possono ridurre l'intensità del dolore, migliorare la mobilità e la qualità della vita in pazienti con mal di schiena cronico, rappresentando opzioni terapeutiche efficaci e abbastanza sicure.
Riferimenti:
Chang DG, Holt JA, Sklar M, Groessl EJ. Yoga as a treatment for chronic low back pain: A systematic review of the literature. J Orthop Rheumatol. 2016 Jan 1;3(1):1-8. PMID: 27231715; PMCID: PMC4878447.

La qualità del sonno è strettamente correlata al dolore lombare, e un sonno disturbato può peggiorare significativamente la percezione del dolore e la funzionabilità quotidiana. Un materasso adeguato deve offrire un equilibrio tra sostegno e comfort, mantenendo la colonna vertebrale in una posizione neutra e riducendo i punti di pressione; materassi troppo rigidi o troppo molli possono causare o aumentare il dolore. Allo stesso modo, un cuscino che sostiene correttamente il collo contribuisce a mantenere l'allineamento globale della colonna. Numerosi studi hanno dimostrato che una modifica del materasso e della biancheria da letto, orientata alla personalizzazione in base alle esigenze individuali, riduce il dolore notturno e migliora la qualità del sonno, favorendo quindi il recupero e la gestione complessiva del mal di schiena.
Riferimenti:
Kovacs FM, Abraira V, Martín-Rodríguez JG, et al. Hospital outcome and follow-up of low back pain patients associated with different types of mattress: a randomized trial. Spine (Phila Pa 1976). 2003;28(17):1875-1881. doi:10.1097/01.BRS.0000085350.85032.7C

Mantenere a lungo una posizione statica, soprattutto seduta, può causare accumulo di rigidità muscolare, tensione articolare e diminuzione della circolazione sanguigna nelle aree lombari. Fare pause frequenti con movimenti semplici come camminare, allungare o modificare la postura favorisce il rilassamento muscolare, il miglioramento della circolazione e impedisce la comparsa di contratture dolorose. Diversi studi hanno dimostrato che questo comportamento riduce la percezione del dolore e migliora il benessere muscolo-scheletrico, specialmente in chi svolge lavori o attività con lungo tempo seduto. L'adozione di pause regolari è una strategia semplice e molto efficace per prevenire e contenere il mal di schiena.
Riferimenti:
Gupta N, Rivellini G, Rossi A. Sedentariness and musculoskeletal pain: an overview of the evidence. Work. 2016;54(4):859-863. doi:10.3233/WOR-162367

Riconoscere tempestivamente i segnali di malessere alla schiena e intervenire prontamente con adeguate strategie terapeutiche riduce la probabilità che il dolore diventi cronico e si associ a disabilità. L'ascolto attivo implica una maggiore attenzione ai limiti e ai segnali dolorosi, promuovendo modelli di comportamento preventivi e corretti, come pause durante le attività lavorative, esercizio mirato e modifiche posturali. L'intervento precoce permette di controllare i fattori scatenanti, prevenire il peggioramento e migliorare significativamente la qualità della vita. La sensibilizzazione dell'individuo a questi aspetti rappresenta un elemento cardine di efficaci programmi di gestione e prevenzione del mal di schiena.
Riferimenti:
Piccoliori, G., Engl, A., Gatterer, D. et al. Management of low back pain in general practice – is it of acceptable quality: an observational study among 25 general practices in South Tyrol (Italy). BMC Fam Pract 14, 148 (2013).
https://doi.org/10.1186/1471-2296-14-148