Scoliosi in età adulta: attenti al rischio fratture

Scoliosi in età adulta: attenti al rischio fratture

Quando si parla di fratture nell’adulto o nell’anziano, si pensa quasi sempre all’osteoporosi. Ma c’è un altro elemento importante che può aumentare il rischio di cadute – e quindi di fratture – e che viene spesso trascurato: la scoliosi in età adulta.

Non tutte le scoliosi sono uguali
In età adulta, la scoliosi può presentarsi in diverse forme:

  • Scoliosi dell’adulto: cioè una scoliosi giovanile che continua a evolvere;
  • Scoliosi “de novo”, che compare per la prima volta in età avanzata, spesso a causa della degenerazione dei dischi e delle articolazioni vertebrali;
  • Scoliosi secondaria, legata ad altre patologie (come fratture vertebrali o malattie neuromuscolari).
    In tutti questi casi, la colonna vertebrale può assumere una postura sempre più flessa in avanti: aumenta la cifosi dorsale, si perde la lordosi lombare, il busto si piega. Questi cambiamenti compromettono l’equilibrio e rendono più instabili anche i movimenti quotidiani.

La postura influisce sul rischio di cadere
“Uno studio su oltre 1.300 adulti ha dimostrato che una marcata ipercifosi aumenta il rischio di fratture e mortalità, anche senza osteoporosi” – spiega la dott.ssa Monia Lusini, ortopedico e responsabile dell’ambulatorio dedicato alla scoliosi dell’adulto – “Per questo è importante considerare la postura tra i fattori di rischio da valutare e trattare”.
A peggiorare il quadro clinico c’è spesso anche la sarcopenia, ovvero la progressiva perdita di massa e forza muscolare, molto comune negli adulti con scoliosi. Questo fenomeno riduce ulteriormente la stabilità e i tempi di reazione, rendendo il corpo più fragile.

“Uno studio del 2017 (Eguchi Y et al. Sarcopenia and falls in patients with adult scoliosis. Asian Spine J. 2017.) ha evidenziato come, nei pazienti con scoliosi adulta, la sarcopenia sia associata a un rischio significativamente maggiore di cadute” – sottolinea la dott.ssa Lusini –
Si entra così in un circolo vizioso: meno equilibrio → più paura di cadere → meno attività → più debolezza → rischio ancora maggiore”.

E quando una caduta si verifica, le conseguenze possono essere molto serie: una frattura al femore, a una vertebra o al polso può comportare il ricovero, la perdita dell’autonomia e, in molti casi, un declino funzionale irreversibile. Proprio per questo, prevenire significa proteggere la propria qualità di vita e la propria indipendenza.

La chirurgia non basta
Anche l’intervento chirurgico, quando indicato, non rappresenta una soluzione definitiva al problema delle cadute. Sebbene possa correggere in parte la struttura della colonna, spesso permangono alterazioni nell’allineamento sagittale, che mantengono elevato il rischio di instabilità posturale“.
Anche dopo l’operazione, il rischio di cadere può restare alto, soprattutto se non si lavora sul movimento e sull’equilibrio”, osserva il fisioterapista Luca Selmi, responsabile fisioterapia dell’ambulatorio scoliosi adulto.

La buona notizia è che si può intervenire. Il primo passo è una valutazione posturale specialistica, per identificare precocemente i segni di instabilità e costruire un piano personalizzato.

“Già tra i 40 e i 60 anni è utile fare un check-up della propria postura, soprattutto se si ha una scoliosi o si notano cambiamenti nel camminare o nella stabilità – conclude Selmi –
Il nostro approccio SEAS (Scientific Exercise Approach to Scoliosis) aiuta a: migliorare postura e controllo motorio, rafforzare i muscoli, prevenire le cadute, ridurre il dolore e migliorare la qualità della vita”.
La scoliosi in età adulta non è quindi solo una “schiena storta”, ma una condizione complessa che può influenzare profondamente l’equilibrio e aumentare il rischio di fratture. Valutare per tempo la postura e mantenere il corpo attivo con esercizi mirati è il miglior modo per prevenire problemi futuri.

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